Cancellati i Mondiali in Svizzera, sarà la Francia a salvare il ciclismo?

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I mondiali di Aigle Martigny sono ufficialmente annullati. La decisione del governo federale svizzero di vietare fino alla fine di settembre i grandi eventi e di non consentire assembramenti oltre le 1.000 persone, ha spinto gli organizzatori a cancellare definitivamente la manifestazione.

A spingere gli organizzatori alla clamorosa decisione (un mondiale non veniva annullato dal 1965) anche il fatto che dall’8 agosto i viaggiatori provenienti da ben 45 Paesi sono costretti ad osservare la quarantena. Impossibile per i ciclisti arrivare in Svizzera e dover osservare 14 giorni di stop prima del mondiale.

«Siamo tristi e delusi. Abbiamo lavorato duramente per più di due anni per offrire un magnifico evento su un circuito straordinario. Nonostante i vincoli dovuti alla pandemia COVID-19, abbiamo continuato a lavorare con passione per organizzare i Campionati del Mondo su Strada UCI, che sarebbero stati ricordati per il loro valore sportivo ma anche per la bellezza dei nostri cantoni e la ricchezza della nostra cultura e regione. Ci rendiamo conto che la situazione sanitaria nazionale e mondiale richiedano misure precauzionali e il nostro pensiero va a tutte le persone colpite da questo virus» hanno affermato Grégory Devaud e Alexandre Debons, co-presidenti del comitato organizzatore.

L’Uci – la federazione mondiale – spiega a sua volta: «Considerando l’importanza sportiva dei Campionati del Mondo, l’Uci precisa che sta lavorando ad un progetto alternativo per assicurare la disputa del mondiale 2020, preferibilmente in Europa e nelle date inizialmente previste. Si lavora ad una edizione che possa comprendere tutte o in parte le prove previste. L’Uci cerca una sede che possa offrire un percorso esigente come quello di Aigle Martigny e che si adatti alle aspettative dei ciclisti e delle cicliste che lo hanno inserito tra i loro obiettivi. Consapevole che il temo stringe per i corridori, le Federazioni e tutte le parti coinvolte, l’Uci si impegna a comunicare una decisione finale al più tardi entro il 1° settembre».

Quali possono essere le opzioni? Se l’Uci vuol restare in Europa e avere un percorso duro come avrebbe dovuto essere quello svizzero, le opzioni sono poche: in Italia non c’è nessuna località che ha la forza economica necessaria, restano la Francia (dove però la curva dei contagi continua a crescere) e l’Austria. Per ovvie ragioni, visto che il presidente del ciclismo mondiale Lappartient è francese e vista la forza politica del Tour, la Francia potrebbe essere la soluzione ideale, ma la Bretagna – regione natale di Lappartient – ha già salvato i campionati europei e potrebbe non avere la forza di salvare anche i mondiali.

Articolo a cura della redazione e di tuttobiciweb

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