Inaugurate le prime 7 pietre d’inciampo per i legnanesi deportati nei lager nazisti

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LEGNANO – Sette “pietre d’inciampo” per alcune delle vittime delle deportazioni nazifasciste del 1944 nelle fabbriche legnanesi. Sono state inaugurate questa mattina, lunedì 10 gennaio, all’ingresso della Franco Tosi al termine dell’annuale cerimonia commemorativa dell’Anpi (nelle foto). Altre pietre seguiranno nei prossimi mesi, quando la sezione cittadina dell’Associazione nazionale partigiani avrà concluso le sue ricerche in merito. Presenti alla cerimonia i sindaci dell’Altomilanese Radice (Legnano), Colombo (Canegrate), Rossi (San Vittore Olona), Cecchin (San Giorgio su Legnano), Ielo (Rescaldina), Rolfi (Dairago), Berra (Cerro Maggiore), Biondi (Busto Garolfo) e gli assessori Villoresi (Villa Cortese) e Gariboldi (Inveruno) in rappresentanza dei rispettivi comuni.

legnano cerimonia deportati francotosi radicePresenti, fra i numerosi partecipanti dopo la cerimonia forzatamente ridotta dell’anno scorso, lavoratori ed ex lavoratori della Tosi, rappresentanti sindacali e di partito, il vicepresidente vicario nazionale dell’Anpi Carlo Ghezzi. Assenti invece gli studenti delle scuole cittadine e il ministro del Lavoro Andrea Orlando, per un «sopraggiunto e non rinviabile impegno istituzionale a Bruxelles». Questa sera alle ore 21.00, al Teatro Tirinnanzi, chiuderà la giornata lo spettacolo con ingresso gratuito “I me ciamava per nome: 44.787” sulla Risiera di San Sabba.

Orlando: «Inopportuno parlare di dittatura oggi»

«Oggi – è il messaggio di saluto inviato da Orlando – si ricorda il sacrificio di una comunità di lavoratori che pagò a caro prezzo la richiesta del riconoscimento di diritti civili che oggi riterremmo scontati. Come ha detto Liliana Segre, abbiamo il dovere di coltivare la memoria: la memoria come insegnamento e come antidoto, siamo qui per rievocare il passato e coltivare il futuro.

legnano cerimonia deportati francotosi«Quello dei lavoratori di Legnano che proclamarono lo sciopero all’inizio del 1944 fu un atto coraggioso di ribellione civica, di cui non erano prevedibili le conseguenze. Fu una ribellione diffusa, diremmo quasi virale. È importante ricordare storie come questa che non è stata certo l’unica. È con queste storie che è stata scritta la Resistenza e la nostra Carta Costituzionale. Riconosciamo la forza di quel gesto e ci chiediamo come giudicherebbero quelle vittime chi parla oggi di dittatura e limitazioni della libertà» in riferimento alle misure anti Covid.

Radice: «Legnano città della memoria»

«Legnano – ha detto il sindaco Lorenzo Radice – ha inciso i loro nomi nelle pietre d’inciampo perché, come nelle cose scritte, i loro nomi rimangano. Vale la pena ricordarli ancora, e un’altra volta ancora. Nell’ambito dell’opera di difesa della memoria che il Comune porta avanti da anni con l’Anpi, la posa di queste pietre significa non far morire la memoria e dare uno spazio a quei nomi nel presente della nostra città. Vogliamo che continui a vivere il ricordo di chi ha dato la vita per la comunità e dare forma a una città della memoria. Pericle, Carlo, Francesco, Angelo, Ernesto, Antonio e Alberto pensarono a una causa di giustizia e libertà che andava molto al di là degli interessi della singola persona. Il loro è stato un no a cui tutti noi dobbiamo dire grazie, perché ha permesso a tutti noi di vivere liberi.

legnano cerimonia deportati francotosiIl sindaco ha quindi parlato del futuro delle vaste aree industriali nel centro della città. «Stiamo pensando – ha detto – a una nuova vocazione per la ex Tosi e altre aree dismesse come l’ex Manifattura, anche trasformando questi tasselli della città, strategici per la loro posizione, in luoghi e servizi che segneranno la Legnano del XXI secolo, esattamente come le fabbriche hanno segnato il Novecento. Lavoriamo allo sviluppo e all’innovazione per far rivivere una parte fondamentale della città, sempre con il doveroso rispetto della memoria storica di questi luoghi».

Orlando a Legnano per commemorare la deportazione dei lavoratori nel 1944

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