Testimoni chiave per l’incendio alla Martica: «C’è un indagato»

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VARESE – Fondamentali sono stati alcuni testimoni. Qualcuno, tra questi anche i titolari del ristorante Motta Rossa, ha visto un uomo lavorare con un attrezzo per il taglio del metallo. Forse un cannello incandescente. Da queste testimonianze gli inquirenti sono risaliti all’identità di chi, stando all’autorità giudiziaria, ha appiccato, involontariamente, l’incendio alla Martica che dal 10 gennaio, per 9 giorni, ha incenerito quasi 400 ettari di bosco.

Doloso il rogo al Mondonico

martica incendio indagato«C’è un indagato – conferma il tenente colonnello Antonio Barlucchi, comandante provinciale dei carabinieri forestali – L’accusa è di incendio colposo. E non è un’accusa meno grave. Il responsabile, se rinviato a giudizio e ritenuto responsabile, rischia pene alte per aver causato la distruzione di aree protette e aver messo in pericolo abitazioni, inoltre saranno a suo carico anche le spese per il ripristino delle aree attraversate dal fuoco, che hanno divorato ampie aree protette del Parco Campo dei Fiori». Molto diversa la situazione relativa all’incendio appiccato, questo sì volontariamente, al monte Mondonico il giorno dopo lo spegnimento delle fiamme alla Martica. «Qui si tratta di incendio doloso – ha spiegato Barlucchi – Forse a causa di un effetto emulazione». Qui le indagini sono più complesse. Indagati per ora non ce ne sono ma l’inchiesta coordinata dal pubblico ministero di Varese Flavio Ricci, può contare sulle videocamere posizionate nella zona della pista ciclabile di Ghirla da dove il secondo rogo, quello dolo, è partito. L’inchiesta potrebbe a breve arrivare a una svolta.

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