Inseguito fino a Milano e arrestato l’uomo che ha rapito il figlio a Magenta

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ABBIATEGRASSO – Un inseguimento durato un’ora, da un’auto di passaggio sottratta a un treno, da Abbiategrasso fino a Milano, fino alla felice conclusione. Così si è risolto ieri, venerdì 5 maggio, il rapimento del piccolo di appena due mesi portato via dal padre due giorni prima dall’ospedale di Magenta, dove il bimbo era ricoverato a causa delle conseguenze sulla sua salute della condizione di tossicodipendenza di entrambi i genitori, immigrati senza lavoro e genitori di altri bambini avuti da altre relazioni.

I due, domiciliati ad Abbiategrasso, si erano visti limitare la potestà genitoriale. Tuttavia il padre, un trentenne egiziano, non si è rassegnato al provvedimento del giudice e mercoledì scorso, durante una visita in ospedale a cui era autorizzato al pari della madre, ha sottratto il figlio nonostante la presenza del personale sanitario. Da quel momento aveva fatto perdere le sue tracce fino a quando, ieri pomeriggio, è stato notato dagli agenti della Polizia locale posti a sorvegliare la sua abitazione.

Rintracciato vicino alla sua abitazione

L’uomo aveva con sé un ovetto per trasportare il piccolo; seppure seguito con precauzione da due agenti motociclisti, si è accorto di loro ed è fuggito, dando vita a un inseguimento durato un’ora. Prima si è allontanato a piedi, poi ha fermato un automobilista di passaggio e lo ha costretto a cedergli il veicolo. All’inseguimento si è unita un’autopattuglia della stessa Polizia locale, tutti in costante contatto radio con la centrale.

Presa auto di passaggio

Il veicolo è stato quindi individuato, vuoto, alla stazione di Albairate. La collaborazione con la locale PL, con quella di Milano e la Polizia ferroviaria ha permesso di contattare i capotreni dei convogli che si erano fermati alla stazione fino a rintracciare quello su cui era salito l’uomo, diretto alla stazione milanese di San Cristoforo. Qui, appena sceso, l’uomo è stato infine bloccato, non senza difficoltà: ha anche tentato di sottrarre la pistola in dotazione di uno degli agenti della Polizia locale di Milano intervenuti per fermarlo. Il figlio, incolume, è stato recuperato e portato in una struttura sanitaria.

Ha anche tentato di disarmare un agente

«Questa attività – ha sottolineato oggi la comandante della Polizia Locale abbiatense, Maria Malini (nella foto in alto insieme ai colleghi coinvolti nell’operazione) – non è frutto del caso. C’è dietro un lavoro di formazione e di strutturazione del Comando per svolgere operazioni di questo tipo. Voglio rimarcare la collaborazione che c’è stata tra forze di polizia ma anche dei passeggeri sul treno e delle persone alla stazione di Milano che hanno assistito all’intervento degli agenti e, quando hanno visto che il bambino era al sicuro, hanno applaudito. Una bellissima cosa».

Da chiarire il ruolo della madre

Dopo l’arresto, il padre sarà processato per direttissima; oltre che del rapimento, dovrà rispondere di resistenza a pubblico ufficiale. È possibile che, alla luce di quanto successo, i provvedimenti restrittivi rispetto al figlio saranno inaspriti, fino alla decadenza della potestà genitoriale. Non è chiaro il ruolo della madre del bambino, che pare fosse presente in ospedale al momento del rapimento, ma non ricoverata insieme al figlio. La coppia era seguita dai servizi sociali, per i quali «la loro situazione pone ancora problemi, come per il piccolo. Insomma, per noi non è finita qui. Come questo non è un fatto isolato, in una situazione qui, come nei comuni vicini, che conta diversi problemi di minori e di famiglie con gravi disagi».

Alla felice e rapida soluzione del caso il plauso del sindaco, Cesare Nai, e dell’assessore alla sicurezza, Chiara Bonomi, che ringraziano «tutte le persone che hanno messo cuore e professionalità nella ricerca del bambino, alla fine portato in salvo».

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