Al Ccr di Ispra apre il deposito dei rifiuti radioattivi. Ma è temporaneo

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Laurent Jerrige e Salvatore Pasquariello (primo e secondo da sinistra) al taglio del nastro

ISPRA – Oggi, mercoledì 5 ottobre, con il taglio del nastro dell’Interim Storage Facility (Isf) da parte del prefetto di Varese Salvatore Pasquariello, si è compiuto un altro passo fondamentale nella smaltimento dei rifiuti radioattivi all’interno del Centro Comune di Ricerca di Ispra. Entra in funzione il deposito in cemento armato prefabbricato, esteso per un’area di 5400 metri quadrati, dove, in fusti da 220 litri circondati da gabbie cementizie, i materiali attenderanno la costruzione del Deposito Nazionale Italiano dove verranno infine trasferiti.

Stephen Quest e Paolo Peerani

Una pietra miliare

La presentazione del nuovo spazio si è aperta con il saluto in videcollegamento di Stephen Quest, direttore generale di Jrc, struttura di ricerca della Commissione Europea che fornisce i dati a supporto della legislazione. «L’apertura dell’Isf costituisce una pietra miliare nel processo di smaltimento dei prodotti del ciclo di combustione nucleare, opera a lungo termine che porterà al “green field” (il ripristino dello stato originale del sito, con assenza di rischi radiologici, ndr) e riconversione del complesso ad altre finalità scientifiche».

Laurent Jerrige

Come ha ribadito Laurent Jerrige, direttore per la disattivazione nucleare e la gestione dei rifiuti del Ccr di Ispra («il sito più diversificato» del servizio scientifico Ue che comprende le altre sedi di Karlsruhe, Siviglia, Geel, Petten e Bruxelles), «una tappa fondamentale nel proseguimento del programma», caratterizzato da un alto costo per gli alti requisiti di sicurezza richiesti: «Jrc utilizza le tecnologie più efficaci per la gestione dei rifiuti nucleari. Le linee guida sono ridurre al minimo la loro quantità, separare i materiali per tipologia e conservarli in modo sicuro e duraturo». Le varie fasi comprenderanno la decontaminazione, per ridurre l’attività delle radiazioni, e la messa a punto dei sistemi di smaltimento e di confezionamento.

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Completamento del programma e competenze

Saranno inoltre necessarie le competenze locali delle imprese italiane; ogni anno sono richiesti investimenti di 50 milioni di euro, con il raggiungimento di un miliardo di euro complessivi al completamento del percorso. «Per questo scopo è essenziale un coordinamento istituzionale», ha sottolineato Jerrige lodando la «collaborazione armoniosa e efficace» finora realizzata, di cui è esempio l’Isf. «Occorrerà mettersi ulteriormente in collegamento con le università italiane – finora sono state già coinvolto quelle di Milano, Bologna e Pisa – con programmi di formazione. La sfida che si presenta è quella delle attività di smaltimento degli impianti nucleari: con l’intensificarsi della sinergia con imprese e autorità amministrative le competenze offerte dal Jrc saranno utili per essere competitivi in questo tipo di mercato». Per diffondere la conoscenza in tal senso è prevista la realizzazione di una piattaforma rivolta agli stakeholder.

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Un mercato da 250 miliardi di euro

«La ricerca condotta sul nucleare è stata molto diversificata e in particolare ha interessato ambiente, salute e sicurezza. I tempi previsti – ha reso noto Paolo Peerani, responsabile dell’impianto nucleare di Ispra – sono di almeno una ventina d’anni». Nel mondo sono già stati smantellati 17 impianti nucleari. E si contano oltre 200 centrali da disattivare, oltre a centinaia di altre strutture più piccole.
«Quello che si prospetta è un mercato da 250 miliardi di euro», ha sottolineato Hubert Philippe, responsabile per il Ccr di Ispra di Elinder (European Learning Initiatives for Nuclear Decommissioning and Environmental Remediation), i corsi di formazione per le giovani generazioni che abbracceranno il campo della tecnologia dell’informazione. Oltre alla formazione degli ispettori Euratom, quella offerta dalla sede del Jrc in provincia di Varese può comprendere corsi rivolti a cittadini di Paesi extraeuropei o in via di sviluppo interessati da attività nel settore nucleare.

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ispra deposito rifiuti radioattivi – MALPENSA24