La versione di Giorgetti: «Soluzioni condivise, non insultandosi sui social»

ROMA – «Dall’incubo si esce cercando soluzioni condivise e responsabili. Non insultandosi sui social». Lo ha dichiarato alla Camera Giancarlo Giorgetti, vicesegretario della Lega e già sottosegretario alla presidenza del consiglio del governo gialloverde, nel corso del dibattito che ha portato all’approvazione bipartisan del Decreto Olimpiadi, che definisce le linee guida per l’organizzazione dei Giochi di Milano-Cortina 2026 ma anche delle ATP Finals di tennis di Torino tra il 2021 e il 2025. Ed è allo spirito di condivisione che ha portato ad aggiudicarsi quelle manifestazioni che Giorgetti richiama il parlamento anche per la soluzione della crisi causata dal Coronavirus.

Le parole di Giorgetti

«Viviamo un momento tragico per il paese, viviamo quasi un incubo da cui spero usciremo presto e a ciascuno di noi è fatto obbligo di esercitare il nostro mandato cercando soluzioni condivise e responsabili». Il decreto Olimpiadi, per Giancarlo Giorgetti, è un esempio da ripetere: «Il risultato è stato raggiunto nelle sedi proprie e non sui social, inseguendosi e insultandosi su Twitter e Facebook. Ma lavorando, e trovando una sintesi». Ancor più evidente la similitudine del vicesegretario leghista quando parla di «condizionalità», parola tanto in voga a proposito del MES. Anche ai tempi dell’assegnazione delle Olimpiadi «niente era scontato né garantito e niente era gratis, le garanzie le abbiamo dovute dare, le condizioni le abbiamo dovute dare e la credibilità abbiamo dovuto costruircela, perché non c’era. L’Italia parte sempre con un pregiudizio. Tocca a noi come sistema rispondere ed essere credibili. Allora si riuscì a farlo perché il sistema sportivo, politico e territoriale ha trovato una sintesi. Ci dovrebbe far riflettere su come comportarsi in ogni situazione».

Il governo di salute pubblica

È evidente che nel mirino del “Richelieu” della Lega c’è il premier Giuseppe Conte, e la sua uscita su Facebook contro Salvini e Meloni, ma non è da escludere che, come capita spesso in politica, le parole di Giorgetti possano essere state dette alla “nuora” di Palazzo Chigi affinché “suocera” intenda, il suo leader Matteo Salvini, uno che con la polemica social ci va a nozze quasi quotidianamente. Come un invito ad abbassare i toni della polemica per riuscire a fare sintesi e presentare l’Italia con credibilità in Europa. Oppure anche come un messaggio di distensione verso tutte quelle forze politiche responsabili che volessero archiviare il sempre più scomodo premier Conte per aprire una nuova fase di dialogo bipartisan nel momento in cui la crisi si fa sempre più complessa. Del resto, Giancarlo Giorgetti non ha mai nascosto, fin dai primi giorni dell’emergenza, il suo gradimento per un «governo di salute pubblica», quando si è iniziato a fare strada il nome dell’ex presidente della BCE Mario Draghi, come figura autorevole a cui affidare l’uscita dall’emergenza.

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