Lara Comi è fuori dell’Europa: “Rinuncio all’immunità parlamentare”.

MILANO – Lara Comi tornerà (forse) in Europa, ma non più come parlamentare. In luogo dello scranno a Strasburgo e Bruxelles le starebbero tenendo in caldo un posto di carattere tecnico sempre all’Europarlamento (fonte Corriere della Sera). Terza più votata il 26 maggio nel Nord Ovest per Forza Italia, rientrerebbe in parlamento soltanto se Silvio Berlusconi, eletto anche nelle altre circoscrizioni, rinunciasse all’elezione in Lombardia, Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta e optasse per un’altra delle circoscrizioni dove ha fatto il pieno di consensi personali. L’ex premier però ha già scelto: rimane qui, al Nord Ovest. Con lui, siederà nell’emiciclo europeo Massimo Salini, forte di un numero di consensi superiori a quelli della Comi. La quale, in una nota diffusa oggi, martedì 11 giugno, fa sapere di aver rinunciato di sua sponte all’attività politica “nonostante il presidente Berlusconi abbia insistito affinché tornassi sui miei passi”.

“A testa alta”

Poi ancora: “Gli ho comunicato che la mia decisione è irrevocabile: intendo essere libera da ogni incarico politico o nell’ambito del parlamento Europeo, perché voglio difendermi dalle accuse che mi sono state mosse, senza avvalermi dell’immunità parlamentare. Da libera cittadina – continua Lara Comi – dimostrerò a testa alta la mia totale estraneità a fatti che possono avere rilievo penale. Ho chiesto al presidente Berlusconi, senza volerne in alcun modo condizionarne la sua scelta, di optare per il Nord Ovest”.
Dal canto suo, Silvio Berlusconi ringrazia Lara Comi con una lettera per quanto sinora fatto per Forza Italia con il suo impegno “europeo”. Per concludere: “Comprendo e apprezzo la tua volontà di difenderti più liberamente e più serenamente dalle accuse che ti sono state rivolte, alle quali – ne sono certo – riuscirai a dimostrare la tua completa estraneità. Anche per questo mi auguro che vorrai continuare in altre forme il tuo impegno politico per Forza Italia”.

Una scelta obbligata

Per contro, c’è chi contrappone il fatto che Silvio Berlusconi sia stato costretto a optare per il Nord Ovest, a cominciare dal fatto che se scegliesse una delle altre tre circoscrizioni dove si è presentato capolista bloccherebbe la “promozione” di candidati ritenuti funzionali al rilancio di Forza Italia in giro per il Paese, in primo luogo al Sud; ma è soprattutto la situazione giudiziaria di Lara Comi, coinvolta nell’inchiesta Mensa dei poveri, a consigliare di giocare al ribasso nel tentativo di salvare il salvabile di un partito che non se la passa più bene. Non è un caso che il dimagrimento elettorale sia in buona parte dovuto proprio agli effetti negativi sull’opinione pubblica delle inchieste che in Lombardia hanno di fatto ridotto i berlusconiani ai minimi storici. Lara Comi, che nei due precedenti mandati aveva comunque lavorato sodo e con profitto, paga pegno rispetto alle accuse di finanziamento illecito ai partiti e di truffa all’Europarlamento. E ancora di più, paga la contiguità politica con Nino Caianiello, il gallaratese ritenuto dalla procura di Milano il perno del ramificato quanto presunto sistema corruttivo nel Varesotto e nel capoluogo lombardo. Per l’ormai ex europarlamentare è una situazione oggettivamente difficile sui diversi versanti che caratterizzano l’intera vicenda.

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