Laura Avalle, giornalista fra sanità e salute. E di sera scrittrice

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Laura Avalle premiata il 14 dicembre dall'editore di Malpensa24 Fabrizio Iseni e dal direttore Vincenzo Coronetti

MILANO – Qualche mese fa, in occasione della presentazione ufficiale di Malpensa24 a sei mesi dal primo “numero”, l’editore Fabrizio Iseni, che è anche presidente della fondazione Iseni y Nervi, aveva premiato, tra gli altri colleghi, Laura Avalle, per il suo importante lavoro giornalistico nell’ambito della salute. Direttrice da qualche mese di Sono in Salute, Laura Avalle ci ha raccontato, qualche mese dopo, questo e molto altro del suo lavoro e del rapporto con una scrittura intesa sia come missione che come voce del cuore. E che le ha permesso, fra le tante soddisfazioni, di lavorare a quattro mani con l’eclettico giornalista e scrittore Andrea Pinketss, scomparso lo scorso dicembre.

Mamma, giornalista, scrittrice, dal 2011 direttrice di Vero Salute e, dallo scorso luglio, di Sono in Salute. In mezzo, svariate direzioni di mensili di settore e anche di un settimanale. Partiamo da quest’ultima tappa della sua carriera: Sono in Salute. Com’è dirigere una rivista di salute e benessere? Cosa vuole offrire ai suoi lettori?
E’ bello e gratificante, perché la salute è il nostro bene più prezioso, senza non si va da nessuna parte. Ho il privilegio e la fortuna, grazie a questa professione, di conoscere l’eccellenza in campo medico e condividere con i miei lettori le novità e le scoperte scientifiche che aiutano a vivere meglio, oltre che a prevenire e a curare patologie anche gravi, è per me un dovere etico e morale, prima di un lavoro. E se posso aiutare qualcuno facendo da tramite, perché noi giornalisti in fondo siamo dei mediatori culturali, ne sono davvero felice.

Cosa significa per lei il termine salute, e quale il legame con il concetto di sanità? Nella rivista si parla anche di questo?
La salute è tutto, per questo dobbiamo prendercene cura: della nostra salute e di quella delle persone che amiamo. Perché se io sto bene, ma non stanno bene mio figlio, mio marito, i miei genitori… il loro malessere si ripercuote inevitabilmente anche su di me. Sono in Salute, a differenza delle altre riviste di settore, pone l’accento proprio su questo concetto. Non si focalizza solo sul singolo, ma si preoccupa del benessere di tutta la famiglia, che è al centro del nostro universo. Da qui l’idea di suddividere il giornale in otto sessioni, che sono dei veri e propri pianeti: pianeta donna e pianeta uomo (dando risalto alla medicina di genere), pianeta argento (la cosiddetta terza età), pianeta famiglia (bambini, ragazzi, animali… perché anche i quattro zampe sono entrati di diritto nel nostro stato di famiglia), pianeta psiche, pianeta benessere, pianeta alimentazione e pianeta scienza. La sanità in Italia è ottima, con buona pace dei suoi detrattori, quello che occorre è un po’ più di consapevolezza da parte del singolo per stare bene, evitando stili di vita e abitudini sbagliate che, alla lunga, possono influire negativamente sul nostro equilibrio psico-fisico. Questo è anche uno degli obiettivi di Sono in Salute: educare alla salute.

laura avalle saluteAlla sua carriera giornalistica se ne accompagna una altrettanto importante come autrice, per cui ha trattato, fra gli altri, temi come l’eros e la maternità ma scrivendo anche poesie: ci parli del suo rapporto con quest’altro tipo di parola scritta. Quanto è diverso dal suo essere giornalista?
Scrivere un articolo di giornale, un romanzo o una poesia sono tre cose completamente diverse. Cambia lo stile, la lunghezza dei testi, la tecnica. Sono forme di comunicazione che richiedono molta disciplina, ma sopra di ogni altra cosa ci vuole passione. E se gli occhi, dopo tante ore al computer, bruciano e fanno male, la testa e il cuore ardono, perché hanno ancora tanto da dire.

Qualche anno fa ha scritto a quattro mani anche un libro con Andrea Pinketts, scomparso di recente. Com’è scrivere a più voci, e come è stato farlo con lui?
È stato naturale, perché quel libro doveva rimanere squisitamente privato. Devo tanto ad Andrea G. Pinketts, che mi ha sempre sostenuta come scrittrice. Proprio lui, che è stato e rimane un gigante della letteratura italiana, un vero e indiscusso genio. Forse il più grande, per me sicuramente lo è.

La domanda sorge naturale: cosa preferisce scrivere? Le due forme di scrittura (narrativa e giornalistica) si compensano?
Giornalista di giorno, scrittrice la sera, quando i ricordi e i pensieri si accompagnano alla notte.

E infine, come concilia la Laura Avalle giornalista e scrittrice con l’essere donna, moglie, madre?
Mio marito e mia figlia sono al primo posto nella mia scala dei valori. Il resto viene pianificato di conseguenza.

Cosa consiglia quindi a chi vorrebbe seguire le sue orme in carriera? Come far sentire la propria voce in un settore, quello editoriale in senso ampio, che risente particolarmente della crisi?
Non sono nessuno per poter dare consigli. Quello che ho imparato a mie spese è che, prima o dopo, si raccoglie sempre quello che si è seminato.

laura avalle salute – MALPENSA24