Laurelli (Asst Ovest Milanese): «Partner del sistema sanitario, non limite ma opportunità»

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LEGNANO – «Il sistema sanitario lombardo in generale è ottimo. Lo considero un tutt’uno con tutti con i suoi interlocutori. Le cure primarie sono frutto di una dinamica tra azienda pubblica e liberi professionisti: questo non deve porci un limite, ma essere un’opportunità». Così il direttore generale della Asst Ovest Milanese Francesco Laurelli oggi, martedì, 23 gennaio, alla presentazione all’ospedale di Legnano della nuova direzione strategica con il direttore sanitario Valentino Lembo​, il direttore sociosanitario Giovanni Guido Guizzetti e quello amministrativo Maria Luigia Barone (nella foto, da sinistra, Barone, Laurelli, Lembo e Guizzetti).

«All’interno delle norme nazionali – ha argomentato Laurelli – ci sono sicuramente le opportunità per sviluppare un grande lavoro finalizzato a creare percorsi per il paziente mantenendo la prossimità necessaria ed evitando il frazionamento dei servizi. Non sarà sempre facile, ma è l’impegno che ci dobbiamo prendere. Ritengo che gli interlocutori ci siano e siano anche interessati a interloquire in modo proattivo per creare connessioni fra i diversi servizi. Proprio a questi percorsi servono le case di comunità. Due sono i punti di riferimento: i cittadini e i nostri professionisti, che sono attratti dalla buona organizzazione e, soprattutto nel caso dei più giovani, da una digitalizzazione evoluta, oltre che da un contesto di lavoro sfidante».

«Al lavoro su assunzioni, pronto soccorso e liste d’attesa»

Laurelli, 57 anni, coniugato e padre di tre figli, è laureato in Economia e Commercio, indirizzo economico-aziendale, sub-indirizzo Gestione e amministrazione delle imprese, con titolo di perfezionamento in General Management per la funzione di amministrazione in sanità alla Scuola di Direzione aziendale dell’Università Bocconi. Vanta una lunga esperienza nel settore gestionale della sanità lombarda, ultima in ordine di tempo la direzione generale della Asst Melegnano e della Martesana. In oltre un’ora e mezza di confronto con la stampa locale, ha toccato molti argomenti: eccoli in sintesi.

DA MELEGNANO A LEGNANO. «Stiamo conoscendo l’Azienda Ovest Milanese con una intensa attività di contatto e colloquio con le sue diverse realtà, per conoscere le criticità e studiare le possibili soluzioni. L’Asst conta 4.200 dipendenti, è molto grande e articolata con un territorio molto complesso. L’obbiettivo è arrivare nel lungo termine a 4.500 dipendenti con tutti i servizi territoriali attivati, ma vanno cercati subito 80 infermieri e 50 medici ospedalieri. Qui ci sono realtà molto interessanti e sviluppate, ho percepito in operatori, pazienti e associazioni di volontariato che collaborano con i quattro ospedali dell’Asst un forte attaccamento alla struttura e molto interesse a collaborare, il che apre a grandi possibilità di sviluppare attività nuove».

PRONTO SOCCORSO IN SOFFERENZA. «I reparti, specie a Legnano, sono sotto forte pressione con un afflusso costante indipendentemente dalle influenze stagionali. Legnano conta 200 accessi al giorno, l’80% dei quali diretti (non in ambulanza, nda): nella gestione dei flussi lavoreremo anche con Areu per capire da dove vengono, perché vengono qui e per studiare come potenziare il servizio. Ho già chiesto di implementare i servizi a supporto dei parenti che attendono all’esterno, per risolvere un problema di comunicazione che si aggrava quando ci sono picchi di afflusso. Andranno cercate nuove figure da collocare, qui come in altri dipartimenti.

«Credo nella centrale di assistenza unica su cui si sta lavorando a livello provinciale per le chiamate al 118 e quelle alla guardia medica, perché consentirebbe uno screening iniziale sull’accesso; poi bisognerà coinvolgere i medici di base in un percorso che eviti il pronto soccorso come unico punto di riferimento anche per operazioni semplici, che comportano necessariamente tempi lunghi. Sulla sicurezza, verificheremo con le forze dell’ordine la possibilità di implementare il servizio di guardiania».

INVESTIMENTI. «Una delle linee di sviluppo che seguiremo è quello delle strutture territoriali in materia di edilizia grazie al Pnrr. Sono già stati avviati tavoli interni su ciascun progetto e costituiremo un apposito organismo aziendale per un continuo monitoraggio. Il Pnrr è una occasione irripetibile per dare impulso all’organizzazione del territorio e bisognerà fare anche assunzioni, a partire dai punti unici di accesso e dagli infermieri di famiglia che sono il cuore delle case di comunità».

LISTE D’ATTESA LUNGHISSIME. «Lavoreremo anche su questo, nei limiti del possibile. Non è facile reperire risorse umane in termini sia di medici che di infermieri».

TERRITORIO. «Vogliamo un rapporto forte con gli enti del terzo settore, qui particolarmente attivi e con i quali voglio tenere un costante colloquio. Come pure con organismi quale l’assemblea dei sindaci, il collegio di rappresentanza e le assemblee di distretti».

ASSUNZIONI. «Magenta e Abbiategrasso sono i presìdi con maggiore carenza di medici e infermieri, pur con reparti che funzionano in maniera ottimale. Ascolteremo le esigenze di chi vi lavora, a partire da Medicina che ha bisogno di più posti letto. Su Cuggiono stiamo investendo, sicuramente non vi sarà una riduzione di servizi, che come direzione sanitaria dobbiamo scongiurare il più possibile. Cercheremo di portare anche a Legnano una scuola infermieri, come ci piacerebbe portare qui anche quella dei medici di base. Presto ci sarà un concorso, tutti quelli che risulteranno idonei saranno chiamati e in futuro cercheremo di fare concorsi separati tra territorio e ospedale, come già fatto altrove, per raccoglierne qualcuno in più».

RICERCA. «Anche questa non va svolta solo negli ospedali ma anche sul territorio, perché i pazienti non sono solo nei primi».

Lembo: «Squadra collaudata»

Da parte sua, il direttore sanitario Lembo​ sottolinea l’appartenenza a «una squadra in cui lavoro da anni, quindi c’è già affiatamento e condivisione di idee e progettualità. Mi ripropongo di essere presente il più possibile nelle varie strutture che afferiscono all’azienda, perché significa intercettare precocemente eventuali disagi, difficoltà e situazioni critiche. Un altro compito è consolidare le valenze già presenti. Ho in agenda una fitta serie di incontri con i dipartimenti e i primari delle strutture complesse.

«I cittadini che si rivolgono a queste strutture arrivano anche da altri territori, quindi ci sarà l’impegno costante di consolidare e rinforzare i servizi. Quanto prima nomineremo i direttori delle varie strutture. Sui tempi di attesa, non va trascurata l’appropriatezza delle prescrizioni: bisogna cercare anche di governare la domanda. Per gli specialisti esterni, cercheremo di promuovere incontri con loro, come con i medici di medicina generale, per convergere su una linea da integrare tra azienda ospedaliera e territorio».

Dal Pnrr alla telemedicina

Infine, per il nuovo direttore sociosanitario Guizzetti «la riforma della rete sanitaria territoriale presenta una serie di sfide con cui mi confronto da tempo. Qui il Pnrr ha un impatto importante, con 10 case di comunità, 3 ospedali di comunità e 5 centrali operative territoriali. Sono già state avviate soluzioni ponte su cui stiamo attivando un tavolo di lavoro specifico; e poi ci sarà la presa in carico a domicilio del 10% dei cittadini (non pazienti) over 65: un numero rilevante, che comporterà il raddoppio delle competenze dell’assistenza domiciliare con erogazione diretta e dell’assistenza di base programmata, anche con le nuove figure dell’infermiere di famiglia e di comunità a partire da quest’anno. Dobbiamo offrire al paziente un percorso ideale fino ad arrivare a casa sua, anche con soluzioni di telemedicina: questa non può essere solo un termine di moda, comporta problemi organizzativi ma può essere di supporto per un territorio così vasto».

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