Lavori all’ex centrale del latte di Busto, ma il futuro dell’area è un’incognita

BUSTO ARSIZIO – Per anni, a parte l’avanzare del degrado, nulla si è mosso nell’area della centrale del latte di Busto. Da qualche settimana, invece, chi esce dall’autostrada e chi passa per imboccare la Milano Laghi o la 336 vede muoversi mezzi da cantiere e maestranze. Movimenti che subito hanno fatto immaginare l’inizio dei lavori di realizzazione del nuovo svincolo. Ma in realtà, almeno secondo la fonte ufficiale di Palazzo Gilardoni non è così.

Cosa succede all’ex centrale del latte

La folta e selvaggia vegetazione, rigogliosa per via dell’abbandono è stata tagliata e non c’è più. Ora l’immobile che un tempo ospitava la lavorazione del latte si nota in maniera chiara. Tanto che in molti stanno chiedendo cosa accade. La prima ipotesi è che siano iniziati i lavori preliminari di realizzazione del n uovo svincolo d’ingresso. Tesi smentita da Palazzo Gilardoni. «Stanno lavorando per completare l’accesso all’area, già esistente, che si affaccia lungo la rampa d’ingresso della 336 e della Milano Laghi. Niente opere in vista dello svincolo – spiega l’assessore all’Urbanistica Giorgio Mariani – Per quello c’è il progetto, già inviato a Roma. Al momento sappiamo che è stato appena nominato il commissario che si dovrà occupare delle infrastrutture in vista delle Olimpiadi». E quindi anche del mega svincolo, opera inserità nella partita olimpica e che il territorio attende da decenni.

La pericolosità dell’ingresso autostradale, infatti, è nota a tutti. Soprattutto a chi, entrando da Busto, deve fare un taglio netto di un paio di corsie per conquistare la direzione Varese. Quasi una “roulette russa” con le auto che sfrecciano provenienti dalla 336.

Il destino della centrale del latte

Il cantiere in corso alla centrale ha subito stimolato ipotesi sul futuro dell’area. “Se stanno lavorando – si chiede la gente – significa che riqualificheranno l’area. Ma cosa faranno?». L’interrogativo resta al momento senza risposta. «In Comune – spiega l’assessore – c’è solo la richiesta, che risale a tre anni fa, di completare gli accessi».

Ma c’è, fuori dal Palazzo, chi spiega che la situazione generale “sconsiglia” di mettere in campo operazioni finanziario immobiliari di una certa entità. Tradotto, non mancano le ipotesi per restituire nuova vita agli ambienti dove un tempo avveniva la trasformazione del latte, però è ancora tutto prematuro.