Busto, anche la Lega vota il consiglio a porte aperte: Antonelli messo alle strette

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BUSTO ARSIZIO – Porte aperte. La “Mensa dei poveri” questa sera, martedì 28 maggio, arriva in consiglio e la discussione in sala Esagonale non sarà segreta come, sotto sotto, avrebbe voluto il sindaco Emanuele Antonelli. Certo la scelta di aprire o chiudere le porte verrà comunque messa ai voti dal presidente del consiglio Valerio Mariani, prima nella capigruppo e poi, eventualmente, proprio in sala consiliare. Ma ora, che anche la Lega si è espressa nel direttivo di ieri, lunedì 27 maggio, il primo cittadino non potrà accompagnare nessuno alla porta.

Questione politica

E’ chiaro che l’argomento delle interrogazioni sull’inchiesta delle mazzette denominata Mensa dei poveri è roba da maneggiare con cura. Questa sera una parola sbagliata o fuori posto potrebbe far degenerare la situazione. Del resto la tensione non manca certo: da un lato ci sono le opposizioni che a più riprese hanno chiesto al sindaco Emanuele Antonelli di chiarire politicamente la sua posizione rispetto a quanto emerge dalle carte dell’inchiesta. Dove il nome del sindaco (che nulla a che fare sotto il profilo giudiziario con l’intera vicenda) spunta più volte, poiché Nino Caianiello lo dipinge come “uno di Forza Italia anche se non è di Forza Italia” e dall’altro c’è un silenzio del primo cittadino sulla questione lungo ormai più di venti giorni e, per dirla a suo modo, “imbarazzante”. Silenzio che questa sera sarà probabilmente rotto.

Ed è anche chiaro che il dibattito che ne verrà fuori dovrà essere di natura politica. Tutto legato alle dinamiche sulle nomine delle partecipate, alle spiegazioni del perché la macchina di Nino Caianiello, interdetto dai pubblici uffici per una precedente condanna, venisse spesso parcheggiata nel cortile del Comune. Ogni volta che, colui che da tutti era ritenuto il deus ex machina di Forza Italia, doveva incontrare il primo cittadino nel suo ufficio pubblico. Ma anche in quello privato, che sta di fronte a Palazzo Gilardoni. E anche nel caso dell’interrogazione del Partito Democratico, dove si parla di azzeramento del cda di Accam e di dimissioni dei rappresentanti istituzionali coinvolti, pur essendo in gran parte superata dai fatti (azzeramento e dimissioni si sono poi verificate), il nocciolo, «che – dice la capogruppo piddina Valentina Verga – è di totale natura politica, resta comunque valido».

Consiglio sovrano

Come dieci giorni fa. Ancora una volta il presidente del consiglio Valerio Mariani è rimasto al centro di un fuoco incrociato rispetto a decisioni sulle procedure di un consiglio comunale. E a infilargli tra le mani un cerino acceso è stato Francesco Speroni, quando ha dichiarato che la scelta se aprire o chiudere le porte dell’assise civica spettavano alla fine a lui. «Personalmente – ha detto Valerio Mariani – io continuo a pensare che la questione è delicatissima e credo che, da garantista al cento per cento, le porte chiuse sarebbero la soluzione più idonea. Per tutelare gli stessi consiglieri. Ma non sono io a decidere come dice Speroni, bensì, come anche lo slittamento, i consiglieri. La mia presidenza, infatti, fin dall’inizio ha un principio ferreo: il consiglio è sovrano, non il presidente».

La Lega manda un segnale

A oggi i numeri dicono che Busto ha un sindaco di coalizione, nella quale il socio di maggioranza, azzerata o quasi Forza Italia, è ora la Lega. Ed è proprio con quel socio che Antonelli deve ora dialogare. Certamente più di prima. Per questo c’è chi legge il voto del direttivo sulle “porte aperte” come un segnale politico al sindaco. Lettura che non viene confermata dal capogruppo del Carroccio in consiglio Ivo Azzimonti: «La decisione del direttivo sulle porte aperte ha una sola lettura: noi siamo per la trasparenza».

Le delibere sparite

Le delibere di Agesp erano state l’appiglio per il rinvio di questo consiglio. Ma ora sono sparite. All’ordine del giorno, infatti, non ci sono. E a chiedere il perché sono stati i consiglieri grillini, pronti questa sera a dare battaglia su tutti i fronti. Non è, infatti, da escludere che Luigi Genoni e Claudia Cerini chiederanno lumi anche su questa assenza nell’ordine del giorno. L’argomento delle due delibere, infatti, dopo l’indagine in corso è diventato delicato. Tanto che, secondo alcune indiscrezioni, quella relativa all’acquisizione delle quote da parte del Comune della società Canarbino, continua a essere strategica, ma pare che al momento il sindaco, prima di muoversi, abbia preso ulteriore tempo per fare eventuali altri approfondimenti su quell’operazione rimasta in sospeso.

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