Lega, tre consiglieri regionali lasciano Salvini e formano il gruppo Comitato Nord

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MILANO – Le voci giravano già da qualche tempo e, oggi, venerdì 9 dicembre, tre consiglieri regionali hanno annunciato l’addio al gruppo della Lega Salvini Premier al Pirellone per fondarne uno nuovo che farà riferimento al Comitato Nord. Per dirla in un altro modo, si tratta di una scissione in piena regola, benché i tre, Roberto Mura, Federico Lena e Antonello Formenti, assicurino di rimanere nel perimetro del centrodestra e, quindi, di sostenere la giunta di Attilio Fontana. Nel Carroccio di fede salviniana scatta l’allarme: i tre scissionisti potrebbero essere soltanto l’avanguardia di altri leghisti in uscita per aderire ufficialmente al Comitato voluto da Umberto Bossi con l’obiettivo di recuperare l’identità del passato e, quindi, con uno sguardo privilegiato sulla cosiddetta questione settentrionale. Nel pomeriggio, il Comitato di disciplina e Garanzia, riunito d’urgenza in via Bellerio, ha espulso dal partito i tre consiglieri.

La costituzione del nuovo gruppo arriva nell’immediatezza della decisione del  consiglio dei ministri di convocare le elezioni regionali per il 12 e 13 febbraio 2013. Secondo la norma, infatti, i gruppi che potranno essere riconosciuti alle prossime consultazioni sono quelli che si costituiscono entro la mezzanotte del giorno precedente l’entrata in vigore del decreto che stabilisce la data dell’apertura delle urne, decreto governativo che entrerebbe in vigore da domani. Una questione, diciamo così, tecnica. Se non fosse che Mura, Lena e Formenti hanno spiegato in  una breve nota il merito politico della loro decisione. Eccola: “Nella giornata di oggi, visto i malesseri interni e la non predisposizione all’ascolto delle innumerevoli criticità territoriali e l’abbandono totale delle tematiche autonomiste nordiste abbiamo deciso di lasciare il gruppo Lega Salvini Premier e costituire un nuovo gruppo regionale”.

Una scelta che arriva in scia proprio al Comitato Nord, che una decina di giorni fa si è autoconvocato al castello di Giovenzano, nel Pavese, per formalizzare il dissenso dalla linea nazionale imboccata dalla Lega di Matteo Salvini. Con Bossi c’erano tra gli altri, Roberto Castelli, Paolo Grimoldi e l’eurodeputato Angelo Ciocca. Dissenso manifestatosi nei successivi congressi provinciali della Lega in Lombardia, con l’elezione di diversi candidati alla segreteria di fede bossiana. Una sorta di terremoto che, anche in provincia di Varese, seppure abbia vinto di misura il congresso un esponente espresso dai salviniani, Andrea Cassani, ha determinato una Lega divisa esattamente a metà. Con pesanti ombre sul futuro.

Muta, Lena e Formenti, avevano preso parte alla riunione nel Pavese del Comitato Nord, scatenando, secondo alcune fonti, la rabbia dello stesso Salvini, che proprio in queste ora stava valutando una possibile epurazione dei tre in vista delle Regionali: non sarebbero stati ricandidati. Ora, con la formazione del gruppo scissionista, si aprono nuove possibilità per presentarsi alla gara elettorale di febbraio, facendo fibrillare l’intero Carroccio.

L’espulsione

Nel pomeriggio, il Comitato di Disciplina e Garanzia della Lega, convocato d’urgenza nella sede di via Bellerio, ha espulso Mura, Lena e Formenti. La motivazione: “Per aver tradito, abbandonando il gruppo regionale, il mandato ricevuto da migliaia di elettori e militanti leghisti”.

Commenta Fabrizio Cecchetti, coordinatore regionale della Lega Salvini Premier: “Prendiamo atto della scelta politica di Mura, Lena e Formenti ma sarebbe opportuna almeno la correttezza, perché parlare di scelta dettata da ‘criticità territoriali e abbandono delle tematiche autonomiste’ è inverosimile, riferendosi alla Lombardia, pensando che il nostro movimento ha cinque ministri lombardi, pensando ai miliardi appena sbloccati dal ministro Salvini per opere infrastrutturali lombarde, pensando all’accelerazione impressa dal ministro Calderoli all’iter dell’autonomia regionale o tanti dossier lombardi, primo fra tutti quello delle Olimpiadi, subito presi in mano dai nostri ministri.

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