Legnano: Radice “incassa” anche Colombo e Rigamonti. E lancia due sfide a Toia

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LEGNANO – La politica legnanese fa 90. Tanti sono i minuti in cui nel pomeriggio di oggi, giovedì 1° ottobre, il centrosinistra ha annunciato chi sarà il vice sindaco in caso di vittoria, Franco Colombo ha dichiarato di voler dare al ballottaggio un segnale di «discontinuità» rispetto al recente passato – andando quindi ad appoggiare, seppure con parecchi distinguo e senza mai nominarlo, Lorenzo Radice – e i Cinque Stelle hanno rotto il silenzio per esprimere «la speranza» che sia lui a vincere. Tre colpi tutti nella stessa direzione: battere Carolina Toia e il centrodestra.

M5s: «Vinci, ma non aspettarti sconti»

Il primo “colpo” lo ha battuto Franco Colombo, forte di quasi il 6% dei consensi al primo turno. «Legnano – si legge in una nota della sua lista civica – merita di chiudere definitivamente col passato. È quindi per coerenza etica, prima ancora che politica, che il nostro animo liberale non può esimersi dal proporre ai suoi sostenitori una scelta di discontinuità con tutto quello che è stato e che non deve essere mai più». Un’ora e mezza dopo, la presa di posizione del Movimento Cinque Stelle, che candidava a sindaco Simone Rigamonti, critico con Radice per «la sua personalissima e pericolosa scelta di correre solo. Abbiamo e avevamo interesse ad entrare in Consiglio e in Giunta tramite un cristallino apparentamento al solo scopo di vigilare, posto che ci sono molti soldi liberi da vincoli nel borsellino del Comune e tanti ne arriveranno con il Recovery Fund. Radice, diversamente, aveva e ha ancora oggi in mente altro, soprattutto perché, senza filtri, ci ha riferito che non avrebbe avuto modo di sacrificare posti in Consiglio e Giunta a nostro favore e che il nostro eventuale ingresso avrebbe di fatto scombussolato un “delicato equilibrio” interno. Auspichiamo – è l’indicazione finale – che Radice possa vincere, ma non si aspetti un’opposizione calmierata se siederà sulla poltrona di sindaco. Anche da esterni al Consiglio, saremo vigili e non faremo sconti a nessuno. Ti auguriamo di vincere e di iniziare un percorso virtuoso per Legnano».

Il candidato del Pd: «Avversari nervosi»

In mezzo ai due interventi, il diretto interessato ha scoperto alcune carte e dato sfogo a qualche pensiero finora taciuto. «Ci tenevo – ha esordito Radice in un incontro con la stampa locale – a un confronto con Toia, ma non c’è stata la possibilità. Da lei e dalla coalizione del centrodestra ho visto comportamenti che mi sono spiaciuti; il fatto che abbiamo firmato il manifesto della comunicazione non ostile non significa che non siamo capaci di tirare fuori le unghie quando necessario. Probabilmente – attacca il candidato di Pd, Insieme per Legnano-Legnano Popolare e riLegnano – c’è nervosismo nell’aria. Ai bigliettini messi nelle caselle della posta che paventano, in caso di mia vittoria, centri d’accoglienza di immigrati abbiamo risposto riempendo le caselle con altri, stavolta tra l’altro senza errori grammaticali, per annunciare l’apertura di un negozio di unicorni, ma solo arancioni». Il mirino si sposta poi sulla Lega e su Salvini. «Se volevano una prova di forza, in piazza ne portavamo il doppio di loro, ma in questo momento in cui il Covid torna a contagiare, come a Samarate, e a uccidere, come a Dairago, io la gente non ce la porto. E se qualcuno fa i selfie in mezzo alla folla, poi spieghi come rispetta le regole. Abbiamo denunciato alcune cose, altre le denunceremo». Quanto ai mancati apparentamenti, Radice li attribuisce a «vari motivi, differenze, poco tempo, fatiche e ruggini sommate della campagna», ma aggiunge: «Le convergenze sui temi di fondo sono e saranno possibili. La nostra porta, se saremo eletti, sarà aperta per tutti i 5 anni».

Pavan nella possibile giunta

Radice lancia quindi a Toia due sfide: «Dica almeno il nome del vicesindaco prima del ballottaggio, come noi. E visto che vuole istituire la commissione legalità, dica quattro semplici parole rispetto al passato: “Io mi dissocio totalmente”, così vincerà 70 a 30». Su Colombo e, implicitamente, sugli appoggi di altri esclusi dal ballottaggio: «La sensazione è che ci sia molta mobilità nell’elettorato, al di là delle indicazioni dei partiti. Il 60% dei legnanesi non ha votato il centrodestra: di questi, il 30% ha scelto noi, l’altro 30 no. Al ballottaggio si vota chi si vuole sindaco o contro chi non si vuole, l’unico invito che faccio ai legnanesi è: non state a casa, mi dispiacerebbe che i cittadini si chiamassero fuori». Il vicesindaco di Radice in caso di vittoria sarà Anna Pavan (nella foto in alto con il candidato sindaco), appena andata in pensione dopo una carriera nella sanità pubblica nel settore della prevenzione e delle malattie infettive, sul territorio e poi in Regione. È stata direttore sanitario del Policlinico di Milano, del Besta e infine direttore generale dell’Ats della provincia di Pavia, oltre che direttore sanitario del distretto di Legnano. «Ho iniziato questa avventura – confida Pavan – con disincanto, poi nel corso della campagna mi sono stupita un sacco di volte, soprattutto nella costruzione del programma, perché vedevo idee e sogni coniugati con concretezza, e quindi che possiamo fare davvero qualcosa per la nostra città». Sul sito del Comune, informazioni utili per esprimere il voto al ballottaggio del 4 e 5 ottobre, anche specifiche per gli elettori sottoposti a trattamento domiciliare e coloro che si trovano in condizioni di quarantena o di isolamento fiduciario per Covid-19.

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