Legnano, rissa maggioranza-opposizioni sul Consiglio per liquidare Accam Spa

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LEGNANO – Scontro tra maggioranza e opposizione sulla data del prossimo Consiglio comunale di Legnano, chiamato a votare l’autorizzazione alla messa in liquidazione di Accam Spa e la nomina del liquidatore. È accaduto nella conferenza dei capigruppo svoltasi martedì, 14 settembre. A darne notizia oggi, giovedì, è il capogruppo del Movimento dei Cittadini, secondo il quale «la maggioranza si è fermamente opposta alle richieste di maggior tempo per un serio esame delle questioni e di un confronto con il Consiglio che consenta un voto consapevole. Ha quindi imposto con il voto – prosegue Franco Brumana – la convocazione del Consiglio per il 24 settembre, a soli tre giorni dalla discussione nella commissione del 21, che oltretutto dovrà esaminare i bilanci di tutte le società partecipate dal Comune, da sottoporre anch’essi al Consiglio comunale del 24».

Brumana: «Impossibile raccogliere informazioni sui bilanci»

Per Brumana «si è voluto quindi limitare a pochi minuti l’esame in commissione e non lasciare tempo per assumere informazioni, per ottenere chiarimenti e per elaborare posizioni diverse. Non a caso il bilancio di Accam al 31 luglio scorso e la relazione degli amministratori che giustificano la liquidazione non sono stati ancora messi a disposizione dei consiglieri. Fin dal 27 luglio Accam aveva convocato l’assemblea al 6 e al 7 settembre, in prima e in seconda convocazione, per la presa d’atto della situazione patrimoniale al 31 luglio 2021 e la conseguente messa in liquidazione. Questa assemblea non ha raggiunto il quorum necessario per deliberare la liquidazione per l’assenza dei sindaci di Legnano, Busto Arsizio e Gallarate; si è quindi limitata a prendere atto della situazione patrimoniale pesantemente peggiorata nel 2021.

«Il sindaco di Legnano e il suo sodale sindaco di Busto Arsizio, con una lettera del 3 settembre, avevano nel frattempo chiesto una terza convocazione per il 27 o il 28 e avevano evidenziato la necessità di “procedere con criteri di trasparenza e pubblicità alla selezione e alla scelta” del liquidatore. Questi avrà compiti molto rilevanti e ben retribuiti perché gestirà Accam sino all’estinzione, prevista per l’anno prossimo. La presa di posizione dei due sindaci era evidentemente inaspettata e ha rivelato contrasti rimasti sotterranei sulla nomina del liquidatore».

«Brutto epilogo di un’operazione pessima»

Il consigliere civico rileva inoltre come Accam «non aveva indetto alcun bando pubblico perché evidentemente confidava di scegliere il liquidatore in modo riservato, come se fosse una società privata e non una società pubblica. Dopo l’intervento dei sindaci di Legnano e di Busto Arsizio ha adottato una procedura solo apparentemente diversa e con la lettera del 13 settembre ha chiesto ai presidenti degli Ordini professionali degli avvocati e dei commercialisti di Busto Arsizio di trasmettere una rosa di candidati alla carica di liquidatore entro il brevissimo termine del 21. Di fatto, Accam ha semplicemente demandato a due enti esterni la prima selezione di candidati al fine di esibire qualche finta formalità di trasparenza e di pubblica evidenza. Anche volendo a tutti i costi non pensare male, non si può ignorare che un termine così breve non può consentire una seria valutazione da parte di validi professionisti potenzialmente interessati, che in massima parte non verranno neppure a conoscenza dell’opportunità.

«La nefasta vicenda del salvataggio Accam ha comportato il mantenimento in vita di un inutile, insalubre e inquinante inceneritore, lo spreco di enormi quantità di denari dei cittadini, profitti immensi per una società privata e l’impunità per i politici locali che hanno condotto la società al dissesto. Ora si concluderà nel peggiore dei modi, sollevando ulteriori perplessità. Cap Holding, che di fatto ha dominato l’intera operazione, ora esercita un controllo diretto e palese anche perché ha messo il suo direttore generale a capo di Neutalia, la società creata appositamente per finanziare con i soldi pubblici il salvataggio di Accam. Si può prevedere che i consiglieri di maggioranza ubbidiranno diligentemente come bravi soldatini alle disposizioni di Cap Holding e voteranno compatti. Non sarà pertanto possibile analizzare la situazione patrimoniale di Accam, che all’assemblea del 25 costituirà il presupposto della liquidazione, né la modalità di designazione del liquidatore. Se questo sarà l’epilogo della vicenda, ognuno si assumerà le sue responsabilità etiche, politiche e forse anche di altro genere».

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