Legnano, sentenza Del Mastro: sfregiò l’ex perché voleva impedire la trasmissione Tv

giuseppe morgante

LEGNANO – Un’«importanza decisiva» nel compiere il gesto di sfregiare l’ex sarebbe da attribuire alla «scelta di Morgante di presentarsi alla trasmissione televisiva “Le Iene” per raccontare la propria storia». Lo si legge nelle motivazioni della sentenza di condanna a 7 anni e 10 mesi di carcere che il Tribunale di Busto Arsizio ha comminato a Sara Del Mastro, 39 anni, per l’aggressione nei confronti del suo ex Giuseppe Morgante, sfregiato con l’acido. L’imputata, secondo la perizia psichiatrica, lo avrebbe vissuto «come un evento da cui sarebbero potute scaturire conseguenze catastrofiche» sia per la sua immagine, sia nell’ambito del «mantenimento del suo ruolo di genitore», in considerazione del fatto che la figlia era già stata affidata ai servizi sociali di Legnano. La 39enne, secondo le motivazioni della sentenza del giudice Tiziano Landoni, si sarebbe così procurata l’acido «il giorno precedente l’aggressione», con il preciso intento di domandare all’ex «di impedire la messa in onda del servizio» televisivo. Una volta accertato che Morgante non avrebbe fatto retromarcia, la Del Mastro sarebbe stata «assalita da un impulso rabbioso», arrivando così a lanciare l’acido addosso all’ex. Scongiurata l’infermità mentale della donna: per il giudice sarebbe stata «nel pieno delle facoltà fisiche e mentali al momento dei fatti» anche se affetta da «disturbo della personalità». Sulla base della perizia psichiatrica del dottor Nicola Poloni, si legge che la Del Mastro si sarebbe mostrata «a tratti commossa, a tratti compiaciuta della situazione creatasi a fronte della quale aveva assunto una visibilità e un’importanza prima sconosciute».

Le reazioni del legale

L’avvocato di parte civile, Domenico Musicco, ha annunciato alle agenzie la volontà di agire per ottenere un giusto risarcimento dei danni subiti, anche chiedendo i danni allo Stato per non aver protetto Giuseppe. Rimasto inascoltato quando aveva denunciato gli atti persecutori subiti. Per il legale, la provvisionale di 20mila non sarebbe sufficiente alla luce di un danno così ingente, che per la stessa sentenza è stata causa di «turbamento irreversibile dell’armonia e dell’euritmia del viso».

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