Licenziamenti Fedex, si apre uno spiraglio dopo il blocco alla Cargo city

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Si terrà il prossimo 24 maggio il primo incontro tra i vertici aziendali di Fedex e i sindacati dopo la scelta del colosso americano delle spedizioni di aprire una procedura di licenziamento collettivo che prevede 315 esuberi in tutta Italia, di cui 34 soltanto a Malpensa. Il giorno seguente è previsto invece l’incontro al ministero.

Blocco totale

I lavoratori non sono disposti ad accettare supinamente la decisione dell’azienda e lo hanno fatto ampiamente capire giovedì con il blocco totale di 24 ore della base  operativa della Cargo city di Malpensa. L’adesione è stata pressoché unanime. Hanno partecipato all’agitazione non soltanto i componenti dell’intero reparto courier, il settore che di fatto verrebbe cancellato (compreso di impiegati amministrativi e manager), ma anche tutti i colleghi che operano a vario livello in aeroporto. «Occorre essere tutti compatti per evitare che si possa arrivare ad iniziative aziendali fatte a sezioni, oggi un settore domani un altro settore e così via fino allo smantellamento di un sistema consolidato ed efficace che per anni ha dato ottimi risultati», spiegavano i rappresentanti sindacali di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporto durante la manifestazione. «Con questo sciopero abbiamo fatto capire a Fedex che gli accordi commerciali non possono essere effettuati a scapito dei posti di lavoro e delle condizioni economiche in cui si trovano i dipendenti come avviene con  l’apertura della procedura di esubero  e il licenziamento di 315 lavoratori nei vari siti italiani».

Le ragioni dell’azienda

Nei giorni scorsi Fedex ha fatto recapitare ai propri dipendenti una comunicazione attraverso cui informa la disponibilità a incontrare le organizzazioni sindacali e le istituzioni «al fine di aprire un dialogo trasparente, completo e costruttivo». Difficile credere che possa tornare sui propri passi, ma lascia un piccolo spiraglio. «Il nostro obiettivo è valutare congiuntamente ogni possibile misura  per mitigare l’impatto sulle persone coinvolte. Ancora una volta siamo pienamente impegnati a prenderci cura delle nostre risorse in modo responsabile». Fedex replica inoltre alle accuse mosse dai sindacati («hanno scelto un modello produttivo mirato all’esternalizzazione delle attività centrali della produzione dei servizi di distribuzione delle merci da Fedex a Tnt,che a sua volta appalta a soggetti che sono risultati poco affidabili, molto spesso di dubbia provenienza, e veicoli di illegalità diffusa nel settore») facendo leva sulla propria storia: «Ciò che abbiamo costruito in 45 anni rimane inalterato. I più alti standard etici e professionali guideranno il nostro modo di fare business e di trattare le nostre persone».

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