Lo stadio del Palio al Castello di Legnano? Non si può fare, è proibito dalla legge

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LEGNANO – Il sindaco di Legnano e l’onorevole Maria Pia Garavaglia, presidente della Fondazione del Palio, nella conferenza stampa successiva alla manifestazione non hanno saputo contenersi ed hanno pubblicamente enunciato la volontà di costruire al Castello una nuova pista del Palio, e quindi un nuovo stadio, riesumando la proposta formulata nel 2017 dell’allora vice sindaco Maurizio Cozzi.

L’entusiasmo per la manifestazione del Palio e la evidente volontà di acquisire una facile popolarità hanno prevalso su ogni doverosa prudenza. Il sindaco e l’onorevole sono stati scorretti dal punto di vista istituzionale, perché sarebbe stato doveroso un preventivo confronto con il Consiglio comunale competente a dettare gli indirizzi per scelte così rilevanti.

Dimenticate leggi e istituzioni

Hanno sottovalutato gli ingenti costi economici per una città che ha tanto bisogno di altre opere pubbliche e la mancata previsione di questa opera nel piano territoriale comunale. Non hanno minimamente considerato le ragioni dei legnanesi, che amano il complesso monumentale del Castello e dell’isola (nella foto in alto), che subirebbe una manomissione devastante.

Si sono dimenticati dell’art. 9 della Costituzione, da loro spesso invocata come una bibbia laica, che impone la tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della nazione. Se si fossero soffermati a ponderare la questione, avrebbero anche appreso che l’opera da loro sbandierata è proibita.

Area vincolata per ragioni culturali

Anche il sindaco e l’onorevole devono infatti attenersi, come fece il marchese Camillo Cornaggia Medici, allora proprietario dell’area, al vincolo imposto per ragioni culturali dal ministero della Pubblica Istituzione con il decreto del 12 giugno 1956 (qui sopra) che vieta “opere che possano danneggiare la luce o la prospettiva del Castello”. Il nuovo stadio infatti costituirebbe un’alterazione molto rilevante della visibilità prevista dal decreto ministeriale.

A questo punto, sarebbe opportuna una loro pubblica rinuncia ai propositi manifestati.

Franco Brumana

Movimento dei Cittadini

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