LONATE POZZOLO – La Direzione distrettuale antimafia di Milano ne è convinta: l’appoggio elettorale delle famiglie calabresi fu fondamentale per l’elezione di Danilo Rivolta (Forza Italia) a sindaco nel 2014, un sostegno che creò delle aspettative nei suoi confronti a tal punto da nominare assessore Francesca De Novara come contropartita. La magistratura ne è convinta perché fu proprio Rivolta a riferirlo durante un interrogatorio mentre si trovava dietro le sbarre nel luglio del 2017. Dal carcere di Busto Arsizio, dunque, l’ex primo cittadino non soltanto fornì agli inquirenti preziose informazioni relative all’inchiesta “Mensa dei poveri” che lo scorso 7 maggio portò in carcere Nino Caianiello, ma raccontò – come riportato nelle 855 pagine dell’ordinanza – anche di come la criminalità organizzata controllava il territorio di Lonate:
Secondo Rivolta, Peppino Falvo, coordinatore regionale dei Cristiano-democratici, ebbe un ruolo fondamentale come intermediario tra lui e la famiglia De Novara:
Le elezioni del 2018
Con Rivolta fuori dai giochi, anche le elezioni del 2018 furono pesantemente condizionate dalla criminalità organizzata. Il referente di Fratelli d’Italia Enzo Misiano, arrestato questa mattina 4 luglio, viene infatti considerato dagli inquirenti il trait d’union tra gli esponenti della cosca mafiosa e gli esponenti politici locali. Secondo la Dda veicolò i voti della locale in favore della candidata del centrodestra Maria Ausilia Angelino, la quale però era all’oscuro di tutto. Misiano era riuscito a schierare in lista, in quota Fratelli d’Italia, Giuseppe Bonarrigo e Annunziata Di Fonte, anche loro come Angelino all’oscuro di tutto. Ma il tentativo di tenere il controllo del Comune fallì perché i lonatesi votarono in larga maggioranza per gli avversari, ovvero la lista civica “Uniti e liberi” con la sfidante Nadia Rosa, attuale sindaco.
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