L’ospedale di Busto pronto ad affrontare l’onda autunnale del Covid

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BUSTO ARSIZIO – Sono 19 i pazienti Covid ricoverati in questo momento all’ospedale di Busto. Ma i vertici dell’Asst sanno benissimo che questi numeri potrebbero salire da un girono all’altro. Insomma ci si sta preparando ad affrontare un altro periodo delicato, con la consapevolezza però, che per evitare il default sanitario occorre l’impegno di tutti nel rispettare le indicazioni di protezione durante la vita di tutti i giorni. Gesti piccoli, semplici, ma di fondamentale importanza.

Proprio l’altro giorno, durante una Busto asst valle olona marino dell'acquariunione dell’Unità di crisi, sono stati prospettati i quattro livelli, in base ai quali cambierà, a seconda delle necessità, l’organizzazione della macchina sanitaria dell’Asst Valle Olona. Con un obiettivo, come ha spiegato il direttore socio sanitario Marino Dell’Acqua: «Evitare il lockdown dell’attività di chirurgia e di ricovero, anche perché rispetto all’emergenza sanitaria di marzo, questa volta stiamo entrando nel periodo dell’influenza che comporta tutta una serie di necessità. Sappiamo che il Covid è e sarà una priorità, ma non possiamo trascurare le altre necessità sanitaria, comunque di primaria importanza per i cittadini e i pazienti».

Primo livello è già operativo

Il primo livello è di fatto già operativo ed è quello che prevede una ventina di posti letto, al momento occupati da 19 casi. Di questi però alcuni sono in fase di dimissione dal ricovero: «Stiamo parlando – spiega Dell’Acqua – di pazienti ancora positivi, ma che potrebbero, non tutti, proseguire con l’isolamento a domicilio. In altri casi, dove questo non è possibile, stiamo valutando come creare quella che si chiama degenza di sorveglianza». Una misura che consentirebbe anche una maggiore rotazione di posti a disposizione.

Il massimo livello Covid

Qui bisogna partire da uno dei picchi registrati tra marzo e aprile, quando i pazienti Covid ospedalizzati hanno toccato le 360 unità, comprese le rianimazioni. Ecco questa volta la stima del fabbisogno di letti è stata stimata (in questo momento) a un terzo di quel numero, ovvero circa 120 posti letto. «Compreso le rianimazioni – continua Dell’Acqua – che però verranno gestite su scala regionale. Noi dal canto nostro abbiamo valutato un sistema che ci consentirà di mantenere l’attività di chirurgia e quella di ricovero, visto che stiamo entrando nel periodo dell’influenza. Un’ulteriore complicazione in una situazione non certo semplice».

I due livelli intermedi

Sono quelli che consentiranno al sistema dell’azienda sanitaria di arrivare a pieno regime in caso di massima necessità. Quindi la prima azione sarà «destinare tutta la palazzina della Malattie Infettive ai casi Covid. Lì potremo recuperare circa 30 posti letto, che sommati ai 20 attuali ci permette di arrivare a 50. In caso di ulteriore necessità sarà il nosocomio di Saronno ad assumere un assetto Covid e quindi garantire quanto stimato per il livello più alto di attenzione».

Difficile quindi fare stime di come evolverà la situazione dei contagi, poiché in buona parte dipenderà anche dai comportamenti che ognuno assumerà nel proprio vivere quotidiano. Di certo però l’Asst sta pianificando come intervenire per evitare di farsi trovare impreparata. Anche sulla base del lavoro fatto nelle settimane di emergenza sanitaria tra fine febbraio e maggio, quando in pochissimi giorni, grazie alla collaborazione di tutto il personale medico e sanitario il sistema è stato più volte rivoluzionato per affrontare il virus.

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