Futuri Spaccati, l’arte di Busto al Leà di Milano con Luca Venturelli

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BUSTO ARSIZIO – Una scelta di fedeltà alla tradizione, dove alle immagini dei corpi, tra rosso e foglia d’oro, è unito un forte valore simbolico per interpretare un’epoca in cui non è facile intravedere un futuro. È ciò che sarà possibile ammirare a “Futuri Spaccati”, mostra personale di Luca Venturelli. L’artista di Busto Arsizio lunedì 25 febbraio esporrà dalle 18 una selezione di sue creazioni a Leà, nuova galleria milanese.

Un’unica realtà e miliardi di interpretazioni

Luca Venturelli, nato a Romano di Lombardia ma bustocco d’adozione, ha stabilito in città il suo studio. Dopo diverse esperienze lavorative si è iscritto all’Accademia di Brera dove, sotto la guida di Omar Galliani, ha sviluppato il proprio linguaggio, che trae ispirazione da una riflessione: «Esiste un’unica realtà, e poi sette miliardi di sue interpretazioni». Il richiamarsi al classicismo è una componente fondamentale della sua arte: «Lo sguardo è sul futuro, ma l’occhio rimane ben aperto sul passato: la nostra tradizione figurativa è per me un punto cardine». Da qui la scelta di tecniche pittoriche come l’acrilico, l’olio e la tempera: «È tutto molto semplice. Linea, spazio e colore hanno ancora molto da dire e, se l’arte è comunicazione, quello che conta è il messaggio, non come lo dici». Secondo Venturelli, che tra le sue influenze cita, oltre a Galliani, Luca Giordano e la musica («Ascolto di tutto, da Bach ai Nirvana»), “Futuri Spaccati” si lega all’incertezza del nostro futuro, e ai miliardi di soluzioni su cui si crea: «è tutto in mano a noi, anche non ricadere negli stessi errori». Con un segno che nasce sempre da uno studio storico-antropologico: «Attraverso la lettura del contemporaneo si vanno a delineare situazioni che si ripetono ciclicamente. È possibile farne una sintesi attraverso i significati che le racchiudono: se devo qualificare la mia pittura la definisco simbolismo».

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Un loft industrial chic

Oltre all’esposizione al Miart di Brera de “La critica”, nonché di alcune prove su carta allo studio Dabbeni di Lugano, Venturelli sarà presente con una selezione di dieci sue opere, insieme ad alcuni bozzetti commerciali, a “Futuri spaccati”. La rassegna si terrà a Leà, studio milanese in zona Darsena, che il curatore Simone Papalini ha così descritto: «Non è la tipica galleria d’arte e aspira a diventare un punto di riferimento per quelle del domani. L’evento sarà caratterizzato dalla contaminazione con altre forme artistiche come la fotografia o la musica, perché lì suonerà un gruppo». Il luogo, definito industrial chic, alle forme grezze della struttura abbina l’arredamento di un salotto d’arte per assomigliare a un classico loft newyorchese della Bowery. Giulia Melis, la titolare, ha aggiunto: «Vive e respira a Milano da poco più di un mese. Per come è stato allestito, a chi arriverà sembrerà di visitare un atelier, con alcuni dei quadri che verranno posti a terra. Si tratta di uno spazio cangiante che si apre all’arte nuova e di nicchia».

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