Luigi Einaudi e il sindaco di Casorate

Il proscioglimento di Dimitri Cassani, primo cittadino di Casorate Sempione, dall’accusa di abuso d’ufficio è una notizia che fa evidentemente piacere al diretto interessato, a coloro che amministrano con lui il Comune e ai casoratesi, oggi consapevoli, su parere di un pubblico ministero e di un gip, che il primo cittadino che hanno eletto risulta affrancato da qualunque ombra giudiziaria. Tutti contenti, se non fosse che viviamo nel Paese delle contraddizioni, dove le valutazioni di un fatto o di una qualunque circostanza, anche di presunta rilevanza penale, a volte si contraddicono.

Premettiamo che non ci interessa nello specifico la diatriba politica che ha generato l’intera vicenda, ma il suo merito in un contesto più generale. Contro Dimitri Cassani è stato presentato da due consiglieri dell’opposizione un esposto alla procura della Repubblica di Busto Arsizio. Nella denuncia si eccepiva sul fatto che il sindaco esercitava (esercita) la libera professione di geometra nel paese che amministra. Un dubbio attorno all’abuso d’ufficio o, volendo semplificare, al conflitto d’interessi che si potrebbe intravvedere in un caso del genere.

Le indagini della magistratura hanno accertato che non c’è nulla di illegale in una simile pratica, specialmente se svolta alla luce del sole. Cioè, Cassani non avrebbe fatto nulla per nascondere che, come geometra, firmava e presentava, firma e presenta, pratiche edilizie all’ufficio tecnico del suo municipio. Che poi le avallasse (avalli) lui stesso o un assessore o il dirigente preposto non cambia nulla sotto l’aspetto procedurale. E, soprattutto, non modifica affatto l’aspetto etico. Perché il punto è proprio questo: la cifra etica della questione. Il fatto che, comunque lo si giudichi, siamo di fronte a un comportamento che, al di là dell’aspetto legale, attiene a quella zona grigia della pubblica amministrazione che a volte è considerata riprovevole, altre volte passa come normalità. Tocca all’autorità giudiziaria verificare l’eventuale illecito, ma è obbligo della coscienza di ciascuno valutare se sia eticamente lecito e opportuno agire in spregio a regole non scritte quanto ineludibili.

Raccontano che Luigi Einaudi, appena fu nominato presidente della Repubblica, bloccò la fornitura per il Quirinale di una certa partita di vino proveniente da un’azienda di proprietà di un suo parente. Avrebbe potuto far finta di nulla, volle invece evitare subito i sospetti di favoritismi. Ma era Luigi Einaudi, non uno qualunque. L’aneddoto dovrebbe indurre alla riflessione, se mai si abbia voglia di riflettere. Dimitri Cassani è corretto e onesto per decreto della magistratura, la stessa magistratura che in altri casi analoghi ha deciso altrimenti.

Ci interessa dire che il problema, prima ancora del sindaco geometra o del geometra che fa il sindaco, è la farraginosità di norme che si interpretano a piacimento di coloro i quali sono chiamati a farle rispettare. Una questione tutt’altro che marginale, che se affrontata più a fondo ci porterebbe molto lontano. Transeat. Con un ultimo aneddoto meno lusinghiero del precedente: a Casorate Sempione ci fu un sindaco del passato condannato per aver corretto in modo fraudolento il piano regolatore con la penna biro. Non c’entra nulla con i fatti odierni, ma ci pare doveroso ricordarlo. Per la cronaca, soltanto per la cronaca.

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