BUSTO ARSIZIO – «Vorrei trasformare Busto da città di benestanti a città di benessenti» sintetizza così il suo programma Laura Bignami, candidata sindaca del Movimento per Busto, che corre in solitaria alle amministrative dopo il “gran rifiuto” del centrosinistra ad un’alleanza. «Il bene stare è esclusivo per pochi, ma il ben essere lo si può fare tutti». Da senatrice grazie ad un suo emendamento aveva aperto le porte al riconoscimento dei caregiver familiari, oggi invoca «un sindaco caregiver, che si prende cura di tutti i cittadini, non solo di quelli simpatici o di quelli che producono, ma tutti quanti. E che accolga tutte le istanze e le realtà che ci sono nella città. Senza distinzioni tra centro e periferie, alzando lo sguardo rispetto all’uscio di casa o all’edificio del Comune: #iocambiosindaco in questo senso».
L’intervista
Laura Bignami è molto critica nei confronti del sindaco Emanuele Antonelli e dei suoi modi di fare: «Un sindaco che si vanta che alcune realtà hanno dovuto bussare sei mesi alla sua porta per aver concessa udienza, ma non esiste – attacca la candidata di Movimento per Busto – anche se tornerà a fare il sindaco, ascolti tutte queste realtà». La partecipazione è uno dei cavalli di battaglia del Movimento X, fondato insieme al marito Giampaolo Sablich (ora capolista) dopo la loro uscita dal Movimento Cinque Stelle. «L’ascolto è primario, non devo decidere “io perché sono sindaco”- sottolinea – a Busto il “palagghiacciante” è l’esempio di un fallimento. Ma esistono strumenti per il coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni, come Decidim, che si possono utilizzare anche con lo Spid. Per cittadini informati, non “deviati” come con Rousseau». Altro tema chiave è l’inclusione. E qui cita Piero Magistrelli, “papà Anffas” scomparso pochi mesi fa: «Diceva che far del bene fa bene, ovvero che chi ha da dare dia e chi ha bisogno abbia. Il mio motto è “due solitudini fanno una compagnia”, se più realtà si sentissero meno sole staremmo un po’ meglio tutti».
Bignami: «Negato il gazebo in centro a Busto nell’ultima domenica di campagna»