Maggioranza in bilico a Gallarate. Salvata in aula dall’assenza di Crespi (Cèv)

Maggioranza in bilico Gallarate

GALLARATE – Provvidenziale per la tenuta del centrodestra di Gallarate è stata l’assenza ieri sera, 7 novembre, in consiglio comunale di Matelda Crespi, rappresentante del gruppo di minoranza Citta è vita. Alla prima prova del voto dopo lo strappo di Leonardo Martucci (Forza Italia), infatti, la maggioranza non ha avuto più i numeri. La pregiudiziale sull’appalto per la gestione del verde, presentata dal Pd, ha ottenuto 12 voti favorevoli e 12 contrari. Il punto è stato sospeso e verrà riportato in aula il 14 novembre. E se Crespi sarà presente, l’amministrazione di Andrea Cassani rischia di andare sotto.

Lorusso ago della bilancia

Lo strappo di Martucci rende la maggioranza appesa a un filo. O meglio, appesa a Giuseppe Lorusso, eletto nel 2016 con i berlusconiani e confluito nel Gruppo Misto lo scorso 12 giugno a seguito del terremoto politico-giudiziario provocato dall’inchiesta “Mensa dei poveri”. «Ma resto in maggioranza», aveva assicurato cinque mesi fa. Sulla pregiudiziale presentata dal Pd, però, si è schierato con le minoranze. E non ha cambiato idea nemmeno dopo un veloce colloquio avuto con il sindaco (nella foto in alto).

C’è ancora una maggioranza?

Se l’assenza di Crespi ha congelato di fatto un’inevitabile crisi di maggioranza, resta da capire se una maggioranza ancora c’è. Restano infatti fedeli al sindaco i sei rappresentanti della Lega, il presidente del consiglio Donato Lozito, Fratelli d’Italia con Giuseppe De Bernardi Martignoni e tre berlusconiani (Simeoni, Dall’Igna e Ceraldi). In totale fanno dodici. Della minoranza si devono a questo punto contare, oltre ai quattro del Pd, ai quattro di Citta è Vita e a Rocco Longobardi (Gallarate 9.9), anche i due ferrazziani e l’azzurro Martucci. Fanno dodici. I destini politici di Gallarate, a questo punto, sono in mano a Lorusso. Che a fine seduta ha dichiarato: «Resto in maggioranza, a oggi, ma sono indipendente. Dunque voto ciò che ritengo più giusto per la città di Gallarate e per l’ente stesso».

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