Cassani replica a Petrone: «Calunniatore». E Martucci lascia la maggioranza

Gallarate Cassani Greta Thunberg

GALLARATEAlessandro Petrone (Forza Italia), ex assessore all’Urbanistica arrestato lo scorso 7 maggio per presunte tangenti nella redazione alla variante al Pgt, prova a tirare in ballo il sindaco Andrea Cassani (Lega) davanti ai magistrati. Cassani gli ha risposto in consiglio comunale questa sera, 7 novembre. Ha ribadito la propria estraneità ai fatti raccontati da Petrone («Nessun coinvolgimento in situazioni opache»), ha promesso che non subirà inerme gli attacchi degli ex alleati di governo («agirò presto contro questi calunniatori») e si è augurato che la giustizia faccia in modo che «le condanne verso certi calunniatori siano esemplari».

Chi agisce con rettitudine non teme nessuno

Ecco l’intervento integrale letto dal sindaco Andrea Cassani in aula a inizio seduta:

Questa mattina ammetto che leggendo qualche notizia un po’ mi sono arrabbiato, purtroppo laddove dignità e credibilità sono venute meno, si è disposti anche a dichiarare le peggiori menzogne pur di provare a salvaguardare la propria sopravvivenza.

Ho appreso infatti che uno degli indagati sostiene che avrei pilotato la nomina “di professionisti al fine di ottenere un parere compiacente a supporto della revoca, da parte del Comune, dell’azione di responsabilità promossa dal consiglio comunale della precedente giunta guidata dall’ex sindaco Edoardo Guenzani”.

Questo emergerebbe dalle dichiarazioni che l’ex assessore all’Urbanistica avrebbe reso il 25 ottobre scorso.

Leggendo una dichiarazione del genere su un quotidiano, qualcuno potrebbe anche crederci. Ora mi pare corretto evidenziare quanto ciò sia falso (e quindi assolutamente impossibile da dimostrare), ma anche logicamente sia difficilmente credibile. Tuttavia, per chi non conosce la vicenda, un excursus logico va fatto, in modo che si possa comprendere la portata menzognera di certe calunnie.

Le azioni di responsabilità AMSC e Seprio Real Estate sono state intraprese su mandato dell’ex sindaco Guenzani che in Assemblea dei Soci di AMSC decise di incaricare il cda di AMSC di agire nei confronti degli ex amministratori (contrariamente a quanto dice l’articolo non passò mai dal Consiglio Comunale).

Se il sottoscritto avesse voluto ritirare l’azione di responsabilità avrebbe potuto farlo senza nemmeno chiedere un parere pro veritate, ma sin dalla campagna elettorale e poi da questi banchi il sottoscritto ha sempre detto che era stato eletto per fare il sindaco e non il giudice. La volontà del sottoscritto e dell’allora presidente del CDA di AMSC Roberto Campari fu sempre quella di mantenere in essere l’azione lasciando all’avvocato incaricato dai passati amministratori le cause.

Fu chiesto da questa giunta un parere pro veritate per verificare appunto se queste azioni di responsabilità potessero esporre l’amministrazione e AMSC a dei rischi. Ma il parere non venne chiesto affidando l’incarico a chi voleva il sindaco, perché la giunta non può affidare un simile incarico a chi ritiene o a chi ritiene il sindaco. La deliberazione della giunta fu un atto di indirizzo e il dirigente incaricato fece una gara ad evidenza pubblica. Questa gara venne aggiudicata ad un importante avvocato milanese e ad un professore universitario che nel parere pro veritate espressero perplessità sulla solidità dell’azione intrapresa durante il mandato Guenzani, disincentivando pur non escludendo tuttavia la possibilità che l’attuale amministrazione potesse procedere alla revoca dell’azione di responsabilità.

Quindi: nessun affidamento, ma una gara pubblica. Nessun parere espressamente a favore della revoca e nessuna revoca dell’azione di responsabilità. E già questo basterebbe per ritenere illogico il tutto o quantomeno non credibile.

Come detto, l’azione di responsabilità non è stata revocata e le perplessità dei legali incaricati dall’Ente si sono dimostrate fondate tant’è che l’azione è stata persa con risarcimenti da parte di AMSC per oltre 1,3 milioni di euro di spese legali.

E se come detto anche la logica e la ragione rendono difficile poter credere a ricostruzioni così fantasiose, ci si potrebbe chiedere da cosa esse derivino. Da rancore, da antipatia o forse sono esclusivamente dettate dalla necessità di tirare in ballo altri episodi e altri soggetti per ottenere attenuazioni della pena previste nello scaccia corrotti per chi denuncia volontariamente e fornisce indicazioni utili per assicurare la prova del reato e individuare eventuali responsabili.

A patto che vi siano reati, prove e responsabili mi verrebbe da dire.

Come già detto nessun comportamento illecito è stato perpetrato dal sottoscritto.

Le indagini, e in particolare le intercettazioni ambientali e telefoniche durate due anni, hanno messo in evidenza come non sia emerso alcun indice di coinvolgimento in situazioni opache riferito al sottoscritto.

La mia posizione di contrasto alle logiche corruttive e clientelari rende evidentemente sconcertanti le insinuazioni calunniose e questo tentativo di indurre dubbi sulla mia correttezza è decisamente ridicolo. Talmente ridicolo che ritengo di dover tutelare la mia persona da queste nefandezze calunniose e agirò presto contro questi calunniatori.

Mi auguro che la Giustizia, quella con la “G” maiuscola diffidi dal concedere attenuanti generiche a soggetti che, anziché denunciare episodi reali, rendono alla procura menzogne plateali e anzi mi auguro che la Giustizia faccia in modo che le condanne verso certi calunniatori siano esemplari.

Ciò detto, come ho già fatto sapere al Pubblico Ministero, il sottoscritto non ha nulla da nascondere e anzi avrebbe la volontà di fugare qualsiasi ombra. Perché chi ha la coscienza sporca teme di essere chiamato in procura, chi invece non ha nulla da nascondere ha voglia di fugare qualsiasi dubbio.

Recte facendo, neminem timeas: agendo con rettitudine, non devi temere nessuno.

Martucci lascia la maggioranza

A scaldare ulteriormente l’inizio di seduta ci ha pensato Leonardo Martucci (Forza Italia), ex assessore ai Lavori pubblici nella giunta Mucci e storico fedelissimo del mullah Nino Caianiello, da ieri tornato in libertà. «Lascio la maggioranza in netto disaccordo con una serie di scelte che mio malgrado ho dovuto accettare», ha detto il consigliere azzurro.  Tra queste le modifiche alla viabilità di piazza Garibaldi, le nomine in Alfa e il vuoto dirigenziale che si è venuto a creare in Comune a Gallarate. Martucci ha ricordato inoltre che a seguito dell’indagine “Mensa dei poveri”, quando Forza Italia ha scelto di ritirare i propri assessori dalla giunta, Cassani si era impegnato a consultare il gruppo consigliare di FI prima di compiere scelte strategiche per la città. «Ma il sindaco più volte è venuto meno a questa promessa».

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