Magistrati, avvocati e un ex ministro al tavolo Eu-Polis sulla riforma della giustizia

BUSTO ARSIZIO – «La riforma della giustizia? Anch’io avrei voluto di più, ma questo è il massimo che si potesse fare nelle condizioni date, anche grazie al lavoro parlamentare e al buon senso del governo». Enrico Costa, già ministro degli affari regionali e viceministro della giustizia, attualmente vicesegretario di Azione, è chiaro nel difendere il lavoro fatto dalle Camere per mettere mano al sistema giustizia insieme al ministro Marta Cartabia. Parole pronunciate nel corso del dibattito sulla riforma organizzato ai Molini Marzoli di Busto Arsizio dall’associazione politica Eu-Polis.

Il bis di Eu-Polis

Seconda uscita ufficiale, la prima nel Sud della provincia, per il neonato movimento dei “sindaci civici” della provincia di Varese, che era presente in forze con ben sei fasce tricolori, Mattia Premazzi (Venegono Inferiore), Emilio Aliverti (Jerago con Orago), Graziano Maffioli (Casale Litta), Marco Colombo (Daverio), Alessandro Paladini Molgora (Angera) e Silvano Martelozzo (Castelseprio), oltre ad uno dei suoi promotori, Giorgio Ginelli, assessore a Jerago con Orago e già vicepresidente della Provincia di Varese, protagonista dell’organizzazione della serata in tandem con Emilio Buonanno e con la Camera Penale di Busto Arsizio, e con il patrocinio del Comune di Busto Arsizio, per il quale era presente il sindaco Emanuele Antonelli. «Un successo» per gli organizzatori. Eu-Polis dà appuntamento al 7 maggio a Daverio, quando tratterà il tema dell’enogastronomia con l’evento “Alpi-Food” alla presenza del ministro Giancarlo Giorgetti e del governatore della Lombardia Attilio Fontana.

L’ex ministro Costa

«Una legislatura iniziata con il “fine processo mai” della legge spazzacorrotti che cancellava la prescrizione, finisce con un’inversione a U – spiega Enrico Costa, uno dei principali protagonisti del dibattito sulla giustizia a livello nazionale – la riforma del processo penale con lo stop al “fine processo mai”, la legge sulla presunzione d’innocenza e la riforma del Csm e dell’ordinamento giudiziario». Come a dire: si poteva fare di più, ma anche molto meno. «L’associazione nazionale magistrati protesta, spero non si arrivi allo sciopero – ammette Costa – sono temi che meritano un confronto ma non siamo nella fase in cui una lacerazione sia utile al sistema giustizia».

Il dibattito

Nel corso del dibattito, moderato dall’avvocato Roberto Aventi, emergono tutte le perplessità che questo intervento legislativo ha generato sia tra i magistrati sia tra gli avvocati. «Una riforma – sostiene Samuele Genoni, presidente della Camera Penale di Busto Arsizio – che ai penalisti dell’Unione non piace nella sua interezza, ma che affronta questioni ataviche della nostra giustizia». Il sostituto procuratore di Busto Arsizio Massimo De Filippo ricorda l’iniziativa partita da Largo Giardino con un documento di dissenso che ha avuto consensi tra le Procure di tutta la penisola: «È stata convocata un’assemblea straordinaria dell’Anm, ed è quella la sede in cui si stabiliranno le azioni da compiere, pur rimanendo in ascolto per il dialogo. La giustizia è un bene comune e dobbiamo impegnarci per uno sforzo comune». Ma per una vera riforma condivisa secondo De Filippo «servirebbe una costituente civica». E se Tiberio Massironi, decano dei penalisti del Foro di Busto, avverte che «la contrapposizione è deleteria, è necessario che ci siano momenti di confronto tra avvocati e magistrati», tra i giudici intervenuti nel dibattito emerge, da un lato, che «il dissenso è nato dalla base, da magistrati non affiliati alle correnti», dall’altro, la preoccupazione per il rischio che il nuovo sistema di valutazione possa innescare il fenomeno della «giurisprudenza difensiva», sulla stregua della “medicina difensiva”.

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