Farioli: «Aumenti Tari per l’immobilismo. Amministrazione di Busto colpevole»

Gigi Farioli

BUSTO ARSIZIO – «Colpevole assenza di regia da parte dell’amministrazione». Bocciatura su tutta la linea da parte di Gigi Farioli, capogruppo di Popolo Riforme e Libertà, che motiva così il voto contrario del suo gruppo, «per la prima volta», alle due delibere sulla Tari approvate mercoledì 27 aprile in consiglio comunale. «Impossibile fare diversamente – spiega l’ex sindaco di Busto – è stato un No convinto e doveroso. Parlano di passaggio obbligato paventando aumenti più consistenti, ma nessuno ci spiega come siano stati evitati». Al di là delle critiche, però, la porta del dialogo non è chiusa: anche se il fondo di compensazione è «poco più che acqua fresca», Farioli annuncia che «se si vuole davvero variare la rotta, noi ci siamo e ci saremo».

La bocciatura

Nel suo intervento a freddo dopo le polemiche sugli aumenti Tari, Gigi Farioli stigmatizza le «miserevoli cadute di stile di carattere personalistico» e i «tatticismi politicanti», con lo sguardo evidentemente verso i banchi della maggioranza, rivendicando la propria azione di pungolo sul tema dei rifiuti. «Ne sono seguite assicurazioni, generici impegni, ma il più generale immobilismo» accusa l’ex sindaco, ricorrendo allo stesso termine già utilizzato 24 ore prima dal capogruppo Pd Maurizio Maggioni, che a sua volta aveva “preso un prestito” da Farioli la definizione di «foglia di fico» a proposito dell’emendamento sulla Tari. Segno che, mentre in maggioranza volano gli stracci, le minoranze iniziano a fare fronte comune.

La nota di Gigi Farioli

Prima del consiglio di ieri sera, durante e anche dopo si sono susseguite tanti e tali affermazioni, interventi, comunicati, precisazioni che hanno, più o meno consapevolmente, finito con creare confusione. Anche all’interno delle fila della maggioranza e dei singoli gruppi. Come sempre, in nome dell’onestà intellettuale a cui abbiamo sempre voluto uniformare il nostro comportamento in aula e fuori non ci siamo preoccupati né durante il dibattito in aula né fuori dall’aula né delle miserevoli cadute di stile di carattere personalistico, che lasciamo volentieri ad altri, né di tatticismi politicanti. Per quanto concerne il tema della raccolta dei rifiuti e della sua tariffazione (oggi nella sua forma colpevolmente ancor più simile ad una tassa che ad una tariffa) abbiamo coerentemente operato sin dal primo giorno della consiliatura (potremmo dire da più di due anni ma ciò potrebbe indurre a confusione) stimolando, suggerendo, interpellando e consigliando in tutte le forme possibili, soli o con le altre forze di minoranza, affinché il tema fosse governato nella sua complessità alla luce dei diversi enti e passaggi che lo condizionano e per evitare cattive sorprese. E ciò sia alla luce della legge che sin dall’inizio 2021 obbligava (giustamente) a non conteggiare le aree destinate alla produzione, sia all’ormai superata teorica divisione tra domestico (52 per cento) e non domestico (48 per cento) che non essendo verificata e monitorata in concreto innesta conseguenti distorsioni soprattutto a carico di liberi professionisti, lavoratori autonomi, artigiani, commercianti, enti del terzo settore etc. Ne sono seguite assicurazioni, generici impegni ma il più generale immobilismo. Ciò evidentemente ancor più colpevolmente alla luce della sperimentazione (da oltre sei anni!) sulla raccolta del rione di Sant’Edoardo, sia di fronte alla coraggiosa, e da noi condivisa scelta, di portare al comune (tramite Agesp e Neutalia) il servizio integrato di raccolta e smaltimento necessitante ovviamente di rinnovato modello organizzativo nell’ottica di economia circolare e perciò stesso foriero negli anni di maggior efficienza, economicità e sostenibilità, ambientale ma anche economica. Immobilismo che non poteva che portare al termine del percorso mai intrapreso da giunta e maggioranza, alla infelice deliberazione di consiglio dell’altra sera. Qualcuno l’ha definito passaggio obbligato paventando addirittura aumenti ben più consistenti che nessuno però è in grado di motivare come siano stati evitati. La realtà è una doppia deliberazione: l’una con un piano economico finanziario di raccolta e smaltimento che cuba circa 15 milioni di euro (la cifra va interamente coperta dalle tariffe), l’altra di conseguenti tariffazioni che portano ad aumento sia alla parte domestica che alle non domestiche. Con aumenti che di media variano da un circa 3 per cento per il domestico, ad una media dell’8 per cento per i non domestici, con ovvie variazioni tra categorie e categorie e maggior imposizione sulle famiglie numerose. Consapevoli della difficoltà del contesto, ma anche della colpevole assenza di regia da parte della Amministrazione NON abbiamo potuto che batterci perché così non fosse, ma soprattutto NON abbiamo potuto che contestare e votare per la prima volta convintamente CONTRO le due deliberazioni. Che sono riuscite a concentrare tali e tanti motivi di insoddisfazione e contraddizione da rendere impossibile fare diversamente. Oltre a sommare non congruità (di fatto mentre si auspica l’avvicinamento alla tariffa puntuale si continua come prima allontanandosi dal concetto base “chi più inquina più paga“), dall’altro ingiustificatamente differenziando (a nostro modo di vedere con gravi vizi di legittimità giuridica o perlomeno di razionale buonsenso) tra artigiani e industriali con identica produzione di beni, penalizzando liberi professionisti che, in epoca digitale, ben poco smaltisconono e le famiglie numerose che non più tardi di quindici giorni fa ci si era unanimemente, su mozione da noi proposta, impegnati a sostenere e favorire. Insomma un No convinto e doveroso. Ma siccome vogliamo sempre perseguire il meglio per i nostri cittadini e le attività produttive, soprattutto in periodo di grave difficoltà, abbiamo contribuito in modo determinante, viste le astensioni e le assenze in maggioranza, a far sì che l’emendamento proposto da una parte dei consiglieri di maggioranza fosse votato. Siamo anche noi convinti che quanto in esso contenuto sia poco più che acqua fresca, per certi versi una vera e propria voglia di fico per tamponare il voto favorevole della maggioranza di una delibera da cui si voleva prendere le distanze e quindi la conferma che molti dei consiglieri condividevano le nostre osservazioni e il giudizio negativo sulla delibera. Ma per quanto più un auspicio che non un chiaro percorso, per quanto incerto se non nel se almeno nel quanto, almeno afferma l’impegno a creare un fondo da definire per diminuire l’impatto della Tari su alcune categorie, e a iniziare un monitoraggio che porti a variare alcuni paletti. Una parte di ciò che noi abbiamo chiesto a gran voce e in diversi modi per mesi e mesi ora è una volontà della maggioranza del consiglio. E, pur nella genericità del percorso, il tentativo di arrivare ad ottobre quando usciranno le cartelle con risultati concreti che diminuiscano l’impatto e, soprattutto, che si cominci a governare l’intero percorso in modo che si possa variare la rotta è ufficialmente partito. E noi, come prima, più di prima, ci siamo e ci saremo. Con competenza ed onestà intellettuale. Ringraziando quei consiglieri a cominciare da Lanza, Sabba, Tallarida e Ghidotti che con la loro “foglia di fico“ ce l’hanno permesso.

Gigi Farioli a nome del gruppo

busto arsizio gigi farioli Tari – MALPENSA24