Maglia di Gattuso per don Gabriele Gioia, cassanese benemerito

CASSANO MAGNAGO – E’ nota la passione di don Gabriele Gioia per i colori rossoneri. Ecco perché questa mattina in Villa Oliva, in occasione della consegna della benemerenza civica decisa lo scorso giugno dal consiglio comunale di Cassano Magnago all’unanimità, l’amministrazione ha regalato al prevosto della Comunità pastorale di San Maurizio una maglia con firma e dedica dell’attuale allenatore del Milan, Gennaro Gattuso. Una nota di colore per una giornata di festa in cui tutta Cassano Magnago ha voluto rendere grazie a una guida pastorale impegnata da oltre dieci anni a servizio della comunità.

Le motivazioni

Il sindaco Nicola Poliseno e il presidente del consiglio comunale Angelo Palumbo hanno consegnato a don Gabriele la pergamena che lo certifica come cittadino benemerito del 2018.

Ecco le motivazioni ufficiali:

don gabriele cassano

 

«Un grazie per essere stato un chiaro punto di riferimento per l’intera collettività, un grazie per essere una persona speciale», ha detto nel suo intervento il consigliere di maggioranza Pietro Ottaviani. A tracciare il ritratto del sacerdote ci ha pensato invece Luca Girardi in un lungo scritto letto in Villa Oliva che si conclude così: «Pochi mesi fa don Gabriele, sul mensile San Maurizio, scriveva di essere soltanto “un povero prete”. Ci permetta di dissentire: non è povero, ma molto ricco, ricco della nostra stima e del nostro affetto». Secondo Palumbo, «questa benemerenza è un esempio per tutti e in particolare per le nuove generazioni. In un momento storico in cui si è convinti che basta gridare per adempiere al proprio dovere civico, don Gabriele ci dimostra invece che l’unico modo è lavorare sodo, giorno dopo giorno».

don gabriele cassano

Il discorso di don Gabriele

Ecco infine l’intervento del nuovo cassanese benemerito a suggello della cerimonia.
“Ringrazio innanzitutto il signor Presidente di questo Consiglio comunale Angelo Palumbo, il signor Sindaco Nicola Poliseno, i signori Consiglieri di maggioranza e minoranza, i signori Assessori per questa benemerenza che oggi volete conferirmi in occasione della festa del Patrono della Città e della comunità pastorale che io, in questo momento, rappresento. Ritengo, infatti, che il vostro gesto non sia un’esclusiva, benevola, attenzione alla mia persona, bensì un riconoscimento del ruolo positivo che l’intera comunità cristiana svolge nella vita di tutta la Città, che voi siete chiamati per mandato elettorale a servire e amministrare.
Nella motivazione di questo riconoscimento ho trovato queste parole che mi hanno colpito e desidero sottolineare: “Per aver contribuito … alla crescita civile e religiosa della nostra comunità, riuscendo in una visione di unità mantenere vive le tradizioni locali, le specificità singolari delle tre parrocchie …”
Il cammino di comunità pastorale intrapreso dalla nostra Chiesa ambrosiana, non bisogna nasconderlo, nasce anche da una povertà che tocca e toccherà in modo sempre più marcato il numero di preti. Posta davanti a questa situazione, la comunità cristiana ha scelto di rispondere non con la paura, non con la chiusura difensiva dentro i propri confini, non col ripiegamento ostinato sulle proprie tradizioni, bensì sforzandosi di percorrere i cammini dell’incontro, della condivisione, dell’aiuto reciproco. In una parola la comunione anziché la divisione.
Papa Francesco nel Discorso alla Conferenza Episcopale Italiana del 16 maggio 2016 affermava: “In questo tempo povero di amicizia sociale, il nostro primo compito è quello di costruire comunità”. Recentemente i l nostro Arcivescovo Mario, che proprio questa sera avremo l’onore di accogliere nella chiesa di Santa Maria per presiedere la celebrazione eucaristica per il decennale della comunità pastorale, in occasione del pellegrinaggio diocesano a Lourdes (al quale ha partecipato anche il nostro carissimo Monsignor Marco, che saluto fraternamente) ribadiva che la Chiesa deve essere “una comunità che raduna i popoli e ne fa un cuor solo e un’anima sola”.
In questi anni ci ha guidato il desiderio di obbedire a questo cammino di Chiesa, e sarei felice di constatare come, in questo modo, anche la nostra comunità San Maurizio è stata in grado di offrire un contributo positivo al benessere di tutta la cittadinanza. Da parte mia, dopo dieci anni di lavoro tra voi, sono consapevole più delle mancanze e dei limiti a me imputabili che non dei risultati positivi raggiunti, che pur ci sono (bisogna anche riconoscerlo), ma che non mi sento di attribuirmi se non come frutto di un cammino percorso insieme a tanti collaboratori, a tante persone generose e disponibili. Non un’affettata umiltà mi accompagna in quest’ultima parte del mio servizio, ma la serenità che nasce dalla certezza che altri continueranno, arricchendo il cammino e compensando le lacune. Termino rinnovando i miei sentimenti di gratitudine, questa volta sì per la benevolenza nei riguardi della mia persona, che avete manifestato non solo ora ma in tutti questi anni attraverso numerosi e frequenti rapporti di collaborazione, di sostegno e di stima”.

don gabriele cassano – MALPENSA24