Cassina, Damiani e Barel una poltrona per tre: Malnate, centrodestra rischio frattura

Paola Cassina, Sandro Damiani, Mario Barel

MALNATE – Se Sparta piange, Atene non ride. Il proverbio calza a pennello sulla situazione politica locale dove accanto allo psicodramma del centrosinistra diviso risponde un centrodestra che, pur avendo la palla sul dischetto del rigore, non trova un accordo e passa il tempo a “bruciare” candidati con il giochino dei veti incrociati.

Veti e contro veti

In sintesi: «La Cassina no», dice la Lega provinciale; «La Cassina forse», sussurra il Carroccio locale per non irretire il vertice leghista superiore. E ancora: «Il sindaco tocca a noi», ribattono i Fratelli. Che, forti delle percentuali nazionali, spingono per Sandro Damiani, già sindaco ma sgambettato dalla sua stessa maggioranza. E poi, a dirla fino in fondo, mica tutti i Fratelli vogliono Damiani senior. E tra i vari litiganti, torna a prendere quota il nome di Mario Barel. Ma andiamo con ordine.

Cassina in mezzo al guado

I ben informati dicono che quando Paola Cassina ha annunciato il suo addio alla Lega, i Fratelli erano pronti a sostenere la sua candidatura a sindaco. O meglio, una parte. Che al momento però, ammesso che sia ancora di quell’idea, resta coperta. E così l’ex leghista con un profilo amministrativo di tutto rispetto è per ora la terza candidata (solo donne in campo in questo momento), senza sapere con quale formazione correrà. Di certo civica, se il centrodestra non si coagula attorno al suo nome.

E qui sta il primo problema. La Lega (il suo ex partito), infatti, pare non volerla sostenere. È il provinciale che ha espresso dubbi, perché il Carroccio malnatese, invece non ha dubbi sul fatto che sia lei la candidata da schierare. Perché il provinciale nicchia? Perché Malnate è sul tavolo politico insieme a Samarate e Sesto Calendo. I tre Comuni al momento senza un candidato certo. Ed è lì che si deve trovare la quadra.

Il dilemma del triangolo

Dato per scontato che a Samarate il candidato sarà il leghista Puricelli, resta aperto Sesto Calende. Qui l’uscente è Buzzi di Forza Italia. Ma sia Lega che Fratelli d’Italia rivendicano il candidato. E pare che il Carroccio abbia proposto: un leghista a Sesto e un Fratello a Malnate. Se così fosse, l’ipotesi Sandro Damiani tornerebbe in auge. Anzi, lo è. E solo i veti non ancora tolti lo tengono a bagnomaria. La sorpresa, infatti, è dietro l’angolo e si chiama Mario Barel.

Occhio alla sorpresa

A spingere il civico è Malnate Ideale, anche se Barel non è organico al movimento di Giacomo Cosentino. Certo è che i segnali spingono in questa direzione. Anzi, i ben informati ricordano che «qualche settimana fa l’annuncio della bonifica della Siome è stata firmata proprio da Lombardia Ideale e, all’incontro in Provincia con Matteo Salvini, il governatore Attilio Fontana (da sempre vicino a Cosentino) ha insistito sul progetto del Peduncolo. Non è che di colpo e senza motivo Malnate sia diventata il centro del mondo». Insomma, chi sa leggere la politica dice senza ombra di dubbio che le grandi manovre attorno al nome di Barel sono iniziate e che il suo nome e il suo profilo sia l’unico che possa mettere tutto, anzi quasi tutto, il centrodestra d’accordo. «Ammesso – conclude – che si voglia seriamente tentare di vincere. Vero è che, oggi come oggi, il centrodestra qui potrebbe correre diviso».

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