Tumore alla mammella, da tutt’Italia a Varese per il master Insubria in senologia

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VARESEArrivano da tutt’Italia a Varese per un’iniziativa unica nel campo della formazione di figure professionali impegnate nella lotta al cancro al seno. Il master di secondo livello in senologia è una delle proposte di alta formazione promosse dall’Università dell’Insubria. Lo scorso venerdì 17 maggio sono stati proclamati gli otto diplomati della sesta edizione (anno accademico 2022/23). A Villa Toeplitz è avvenuta la discussione delle tesi. 

Alta formazione

Il percorso di alta formazione, della durata di un anno, è rivolto ai laureati in Medicina e chirurgia. Coordinatrice è Francesca Rovera, direttrice del Centro di ricerche in Senologia dell’Università dell’Insubria e responsabile della Breast Unit di Asst Sette Laghi. Obiettivo la realizzazione di programmi di formazione rivolti a tutti gli operatori sanitari dedicati alla senologia, nella promozione di campagne di informazione ed educazione alla salute, nella pianificazione di studi clinici e gruppi di lavoro, con particolare attenzione alla variante psicosociale. L’organizzazione del master a Varese rappresenta un momento significativo per la crescita scientifica e culturale del territorio. «Siamo fermamente convinti che la ricerca della qualità passi attraverso la crescita complessiva di tutte le figure professionali coinvolte – spiega Francesca Rovera – lo scambio di sapere è fondamentale per riuscire a dare alle pazienti risposte al passo con i tempi. È pertanto necessario operare nel rispetto di tre principi fondamentali: l’approccio multidisciplinare, la personalizzazione della cura e la rete tra operatori a vari livelli (medici specialisti, medici di medicina generale, infermieri, tecnici e volontari oncologici). Proprio da queste considerazioni è nata l’organizzazione di questo master».

Risposte alla malattia

«Ritengo che l’alta incidenza per carcinoma mammario in Italia, in donne sempre più giovani – prosegue Rovera – richiami tutti ad una riflessione scientifica, culturale, etica e sociale. Questo dato epidemiologico sollecita una costante attenzione alla diagnosi precoce e alla cura multidisciplinare e personalizzata: le pazienti devono trovare risposte di eccellenza, in linea con i continui progressi della ricerca, e la qualità della formazione è la base da cui partire. Ai medici il compito di immettere nella clinica la libertà di pensiero, di azione ed emozione. Non dobbiamo mai perdere il senso inestimabile della cura che riporta alla donna e non alla malattia». Alla giornata hanno partecipato Adele Patrini, vicepresidente della Scuola italiana di Senologia e presidente dell’associazione Caos e Giulio Carcano, direttore del Dipartimento di Medicina e innovazione tecnologica dell’Università dell’Insubria. In apertura la lettura magistrale dal titolo «Il seno vissuto» di Giorgio Maria Baratelli, direttore dell’Unità di Senologia dell’Ospedale Moriggia-Pelascini di Gravedona e presidente della Lilt di Como.

Le tesi

Sono seguite le discussioni delle tesi che hanno approfondito, tra gli altri temi, la conoscenza delle dimensioni etiche e storiche della disciplina, la  capacità di comunicare con chiarezza e umanità con il paziente e con i familiari, la capacità di collaborare con le diverse figure professionali nelle attività sanitarie di gruppo, soprattutto nell’organizzazione delle Breast Unit anche secondo la risoluzione A5-0159/2003 del Parlamento Europeo del 7 Maggio 2003, la capacità di applicare, nelle decisioni mediche, anche i principi dell’economia sanitaria e la capacità di riconoscere i problemi sanitari della comunità e di intervenire in modo competente.

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