«Troppe perdite e concorrenza low cost». Alitalia spiega l’abbandono di Malpensa

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MALPENSA – Troppe perdite sui voli per Roma e una concorrenza spietata delle low cost straniere che rende impossibile ipotizzare l’apertura di nuove destinazioni. Alitalia rompe il silenzio e spiega perché, per la prima volta dopo 70 anni, dallo scorso primo ottobre ha abbandonato lo scalo di Malpensa. Lo ha fatto il dg Giancarlo Zeni durante l’audizione di ieri 7 ottobre nelle Commissioni riunite Trasporti e Attività produttive della Camera dei deputati.

A Linate conviene

La sospensione «temporanea» (ha sottolineato Zeni) dei voli da Malpensa su Roma è dovuta alle «perdite molto significative rispetto a Linate». Ha aggiunto: «La domanda da Linate è quattro volte superiore rispetto a Malpensa. Da Linate operiamo cinque voli al giorno con metà dei posti disponibili, con una perdita a passeggero del 40% inferiore rispetto a Malpensa». La scelta di lasciare lo scalo varesino è stata dunque giustificata con la parola «ottimizzazione».

La concorrenza delle low cost

Con la cancellazione del volo Malpensa-Roma e la sospensione dei collegamenti intercontinentali su Tokyo e New York, Alitalia di fatto è scomparsa dalla brughiera. E all’orizzonte non si intravedono repentini cambi di strategia: Zeni ha detto chiaro e tondo che lo scenario attuale su Malpensa non permette ad Alitalia di avventurarsi in nuove destinazioni: «Le compagnie low cost straniere offrono tariffe che sono inferiori alle tasse aeroportuali che sono applicate alla compagnia di bandiera. Noi per ogni passeggero imbarcato paghiamo 26 euro di tasse, mentre concorrenti stranieri offrono biglietti tasse comprese a 5 euro (Wizz Air, ndr) o 20 euro».

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