AL: «Bye bye italico carrozzone. Malpensa non ha bisogno di Alitalia»

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MALPENSA – C’è chi non si straccia le vesti per l’addio di Alitalia da Malpensa a partire dal prossimo primo settembre. Non era mai successo dal 1948 a oggi, eppure per Aeroporti Lombardi – associazione che riunisce esperti e appassionati di aeronautica – può essere finalmente l’occasione buona per sancire la parola fine nel rapporto di amore (poco) e odio (tanto) che lega l’ex compagnia di bandiera al suo ex hub del Nord Italia. Per Malpensa cambierà poco o nulla, visto che la quota passeggeri del vettore da tempo in amministratore straordinaria non superava ormai da tempo il 2%. Di fatto, secondo Aeroporti lombardi, è l’abbandono di Alitalia dalle rotte Intercontinentali dal Nord Italia che lascia perplessi. «I passeggeri – sottolineano –  voleranno con gli altri vettori come già fanno ora, e nel frattempo la compagnia ormai statale presto beneficerà di ulteriori 6 miliardi di euro di benefici pubblici: 3 per la nuova società e 3 di debito a babbo morto».

Bye Bye Alitalia

Di seguito l’analisi integrale di Roger Zanesco, presidente di Aeroporti lombardi:

A fronte dell’enfasi mediatica scatenatasi in merito al definitivo abbandono di Malpensa da parte di Alitalia, come associazione esprimiamo tutto il nostro stupore e perplessità.

Dopo il de-hubbing del 2008 l’attività della cosiddetta compagnia di bandiera non rappresentava per Malpensa che una percentuale tra l’1.5 e il 2% nel migliore dei casi.

Qualcuno potrà dire che in ogni caso trattasi di fatto simbolico, va bene, ma non sempre la sostanza è fatta di simboli. Alla fine la realtà dei numeri conta.

L’aiuto di Stato recentemente concesso alla newco (oltretutto ancora non nata, spiegateci dove si trova uno Stato che dà tre miliardi a un organismo esistente solo nelle intenzioni) va a sommarsi a tutte le elargizioni pregresse date all’italico carrozzone, inoltre la ormai ennesima bad company lascerà un ricordino che, si vocifera, potrà essere attorno alla stessa cifra di tre miliardi. Sei miliardi di botto buttati.

Ormai possiamo parlare di ben oltre una decina di miliardi buttati via dalla notte dei tempi per Alitalia.

Ci piacerebbe che su questi sperperi potesse manifestarsi altrettanto stracciamento di vesti.

Nella sostanza nel trasporto aereo made in Alitalia si è attuata una secessione di fatto.

Quanto concesso negli anni ad Alitalia (come per tutto il resto) è stato originato da quella parte del Paese che la stessa Alitalia ha sempre marginalmente servito se non trascurato per poi abbandonare completamente.

Questo dovrebbe essere il focus sul quale sviluppare giuste valutazioni, sia da parte dei media che da parte di tutta la politica cosiddetta del territorio.

Perché invece di dare continue miliardate a una compagnia ormai decomposta e non solo da ora («Per Alitalia non basterebbe un esorcista», disse Jean Cyril Spinetta nel 2008) il governo e la politica in genere non hanno preso in carico in modo esaustivo il comparto occupazionale del settore? Personale di volo ma soprattutto aeroportuale? Dà ciò forse meno visibilità? Tant’è.

E non ci si venga a dire che una Nazione votata al turismo come l’Italia non può fare a meno di Alitalia in vita ad ogni costo. Chi afferma ciò o ignora o mente sui flussi turistici che ci riguardano. Nel 2019 il traffico aereo italiano ha fatto registrare 193 milioni di passeggeri. Di questi solo il 12% ha volato con Alitalia. E allora?

La nocività causata da Alitalia al Nord e a Malpensa in particolare non è data dalla sua presenza o dalla sua assenza in queste infami lande desolate perse nel nulla (tipica e reiterata affermazione da parte di personale romanocentrico ai tempi dell’hub in brughiera e molti compagnucci operatori dell’informazione poi) bensì da tutta l’influenza che Alitalia ha sviluppato da sempre nella gestione del trasporto aereo in Italia.

Vogliamo ricordare l’opposizione alla concessione del COA a Lufthansa Italia? Vogliamo ricordare l’opposizione alla concessione della Quinta libertà a compagnie come Singapore Airlines? Vogliamo ricordare i vari decreti, tutti improntati all’unico scopo di salvaguardare Alitalia. Sarebbe tempo che finisse quest’andazzo.

Ebbene, ci sei costata l’iradiddio, (altro che MES) ed ora te ne vai? Bye Bye

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