Licenziamenti Air Italy, Anpav: «Dalle istituzioni solo silenzio»

Air Italy licenziamento collettivo

MALPENSA – «Un assurdo silenzio istituzionale è nuovamente calato, relegando nel buio più cupo la vertenza Air Italy». Così Anpav (Associazione nazionale professionale assistenti di volo) sul caso licenziamenti di 1380 dipendenti (di cui mille basati a Malpensa). Sì, perché «aldilà di poche dichiarazioni di circostanza da parte delle istituzioni che formalmente si sarebbero dovute occupare dei lavoratori, ad oggi, neanche il Ministero del lavoro – titolare delle trattative della seconda ed ultima fase – ha ancora convocato le parti, nonostante siano decorsi più della metà dei 30 giorni previsti dalla legge per lo svolgimento della fase ministeriale della procedura di licenziamento collettivo».

Anpav a manifestare

Di fatto, una situazione che sembra, dicono, «ormai giunta all’epilogo e inspiegabilmente confinata ai margini dell’agenda politica, nonostante le sue dimensioni la collochino tra le principali vertenze nazionali». Motivo per cui oggi, 3 giugno, Anpav ha aderito alla manifestazione dei lavoratori di Air Italy «che chiedono di essere ascoltati e rivendicano l’immediata apertura del tavolo di crisi interministeriale».

«Lavoratori abbandonati»

Per Anpav, «tale stallo conferma il disinteresse per questa vertenza». Oltre al «sospetto che si vogliano abbandonare al proprio destino i lavoratori di Air Italy, che, evidentemente, non rappresentano una priorità né per le istituzioni locali, né per quelle nazionali». Posto che «crisi aziendali minori, sia per numero di personale interessato, che per tipologia aziendale (il trasporto aereo è un asset strategico per l’intero Paese), sono al centro dell’agenda del Governo». Uno sfogo che parte dal mancato arrivo della convocazione da parte del Ministero del lavoro «per la ricerca di una soluzione ponte, che possa traghettare le 1380 famiglie sarde e lombarde nel 2022, anno in cui ripartirà anche il trasporto aereo con numeri pre-Covid».

Un gioco di rimpalli

Si tratta di un «rimpallo di responsabilità e competenze – sottolinea l’associazione – dei presidenti delle Regioni Sardegna e Lombardia, del Ministero dello sviluppo economico, quello dei trasporti e quello del lavoro». E che oggi «a tredici giorni dal baratro, inizia ad avere un sapore amaro per chi non sa se il prossimo mese avrà di che campare». Ecco perché Anpav ha aderito alla manifestazione dei lavoratori per rivendicare «l’apertura del tavolo di crisi interministeriale promesso dal Governo e ad oggi non ancora aperto». Tra le richieste anche l’immediata convocazione di un tavolo al Ministero del lavoro «che chiuda positivamente la procedura di licenziamento collettivo, prorogando la cassa integrazione, nell’attesa della realizzazione di un reale progetto industriale».
E concludono: «Non c’è più tempo per le pacche sulle spalle istituzionali, né per le promesse, né per i rinvii: il prossimo appuntamento è a Roma, sotto al Ministero del lavoro, nella data in cui sarà convocato l’incontro con le parti sociali».

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