MALPENSA – Sono iniziati nei giorni scorsi e si protrarranno fino al prossimo 13 ottobre i lavori di rifacimento della pista 35 Right di Malpensa. Ciò significa che per un mese tutti i decolli e atterraggi verranno effettuati sulla 35Left, con un disagio temporaneo per le popolazioni di nord-ovest.
L’ira dei piemontesi
L’anno scorso avvenne l’esatto opposto, dunque la chiusura attuale è una sorta di compensazione del maggiore rumore che nel 2020 subirono gli abitanti che abitano a nord-est di Malpensa. Non a caso i sindaci dell’intorno aeroportuale non hanno polemizzato («Se i lavori vanno fatti non abbiamo certo nulla da eccepire»), hanno semplicemente chiesto massima attenzione per limitare il disagio della popolazione circostante.
A sollevare il caso c’è invece Ferruccio Gallanti del Comitato dei Cittadini di Varallo Pombia per l’Aeroporto di Malpensa: «Le “popolazioni a nordovest non sono solo quelle dei comuni lombardi ma sono anche quelle di tutti i comuni piemontesi che subiscono ogni giorno il traffico in decollo da Malpensa ossia Castelletto Ticino, Borgo Ticino e Varallo Pombia. Se ci sarà “maggiore rumore” per Sesto Calende o per Vergiate, che distano ben 11 e 8,9 chilometri in linea d’aria da Malpensa, figuriamoci per Castelletto Ticino o Varallo Pombia, che distano invece 9,5 e 6,8 chilometri dalla pista 35L».
Salute e safety
Secondo Gallanti i piemontesi, cittadini ed amministratori locali, sottoposti ai decolli dalla pista 35L, «hanno pieno diritto a conoscere non solo i dati di aggravio acustico e ambientale, ma anche l’incidenza del rischio terzi – risk assessment correlato all’utilizzo della singola pista». E invece, sottolinea, «gli enti territoriali piemontesi, ormai solo uditori nella Commissione Aeroportuale da 12 anni, ancora una volta hanno dovuto ascoltare in silenzio, a riprova del fatto che il diritto alla salute ed alla safety vale solo per un certo tipo di cittadino italiano».
Malpensa, chiude per un mese la pista 35R. Disagi a nord-ovest
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