L’elicottero fantasma di Malpensa non si trova. Summit sicurezza a Linate

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MALPENSA – Summit a Linate tra forze di polizia, Enac e enti aeroportuali per capire cosa è accaduto ieri, domenica 3 marzo, a Malpensa con sette voli in arrivo dirottati tra Linate, Bergamo e Torino. Che si trattasse di un elicottero, una sorta di ultraleggero forse monoposto, è ormai assodato. Lo hanno rilevato i radar: inizialmente si era parlato di un drone. Poi gli stessi radar hanno rilevato dimensioni decisamente più importanti. Un elicottero, insomma.

Pronta una pioggia di denunce

Dalle scarne informazioni trapelate emerge che dell’elicottero fantasma non si saprebbe nulla di preciso. Quanto meno le autorità inquirenti, la polizia di Stato nello specifico, tengono la così detta bocca cucita. E’ chiaro che stanno lavorando su elementi che al momento per ragioni investigative non vogliono rivelare. Si lavora, questo è scontato, per accertare l’identità del pilota dell’elicottero. Si lavora sondando le piattaforme di decollo di tutta la Lombardia. Ma potrebbe anche trattarsi di un privato, non è escluso che possa essere arrivato dall’estero, visto che non c’è un piano di volo. Il punto è chiarire il perché. Perché qualcuno sano di mente dovrebbe sorvolare l’area protetta intorno a Malpensa? L’aeroporto d’Italia, così come viene definito l’ex hub. Nulla è escluso: dal trasporto di droga, all’eventuale cialtrone che s’è perso facendo una bravata. E si sarebbe parlato anche di terrorismo, quale remotissima eventualità. Ma come detto nulla è escluso. Certo qualora il pilota dell’elicottero venisse identificato per lui scatterebbe la denuncia per procurato allarme e per interruzione di pubblico servizio. E l’Enac a sua volta avrebbe qualcosa da dire. Di sicuro il pilota difficilmente potrà tornare a volare.

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