Hostess molestata a Malpensa: chiesti due anni per l’ex sindacalista

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MALPENSA – Presunte molestie sessuali a hostess: chiesti due anni per l’ex sindacalista Cisl. Questa la pena chiesta dal pubblico ministero Martina Melita oggi, mercoledì 21 dicembre, al termine della requisitoria davanti al collegio presieduto da Nicoletta Guerrero.

I fatti

I fatti contestati risalgono al 12 marzo 2018. La donna, una hostess che lavora a Malpensa, ha presentato denuncia il 9 luglio dello stesso anno. L’incontro con il sindacalista avrebbe dovuto riguardare una vertenza che la donna intendeva aprire nei confronti della società per la quale lavorava che, a suo dire, le negava diritti fondamentali, in particolare dopo la seconda gravidanza. La donna si era rivolta alla Fit Cisl dopo aver lasciato il sindacato autonomo Usb. Il 12 marzo di tre anni fa i due si incontrano alle 18.20. L’aggressione si sarebbe interrotta nel momento in cui la donna ha mostrato chiari segni di insofferenza.

Ha denunciato con coraggio

L’avvocato di parte civile Teresa Manente, chiedendo la condanna dell’imputato e un risarcimento pari a 30mila euro per i danni patiti dalla propria assistita ha insistito molto sulla tempistica della denuncia. Arrivata oltre tre mesi dopo la presunta violenza. «E’ difficilissimo per una donna affrontare una situazione del genere e decidere di denunciare. Tanto che la legge non concede tre mesi per farlo, bensì un anno. La mia assistita ha sofferto tantissimo, stava male, ha parlato di schifo. Ma ha pensato che era la sua parola contro quella di un esponente importante del sindacato. Ha pensato che non le avrebbero creduto. Ha denunciato quando ha saputo che c’erano state altre vittime. Ha capito che l’imputato perseverava in queste condotte convinto di farla sempre franca. E allora ha trovato la forza di farsi avanti».

Violenza inesistente

Il difensore Roberto Donetti ha evidenziato le incongruenze tra le varie testimonianze definendo «ostili alla difesa» alcuni dei testi ascoltati. Nel chiedere l’assoluzione perché il fatto non sussiste ha parlato di violenza inesistente. Di un complotto messo in atto da parte della vittima per vendetta (per la mancata nomina a Rsu e per l’incancrenirsi di una causa per discriminazione che l’ha poi vista in effetti sconfitta) e per eliminare dal sindacato l’imputato la cui presenza minava gli interessi di altre sigle sindacali. Donetti nel chiedere l’assoluzione ha «parlato di una condanna già comminata al mio assistito. Che a causa della gogna mediatica ha perso lavoro e dignità. Non chiedo un’assoluzione. Chiedo al collegio di restituire a quest’uomo la propria vita».

Hostess molestata a Malpensa. L’imputato: “Falso. Sono vittima di vendetta sindacale”

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