Milano si occuperà di Malpensa soltanto quando sarà obbligata 

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La dura reprimenda del sindaco di Somma Lombardo, Stefano Bellaria, al Comune di Milano per l’assenza al tavolo per l’emergenza senzatetto a Malpensa, ripropone un tema che ciclicamente torna ad acuire la distanza tra il territorio della brughiera e Palazzo Marino, proprietario al 54% di un aeroporto che sente proprio soltanto in base alla convenienza. 

A Bellaria va senza dubbio riconosciuta la libertà intellettuale di criticare Milano nonostante la sintonia di colore politico, ma non è certo stato l’unico. Più volte i sindaci del Cuv negli ultimi anni hanno tirato in causa gli amministratori meneghini chiedendo un confronto sotto il profilo dei trasporti, della sicurezza e soprattutto dei maxi utili generati da Malpensa che il capoluogo incassa e naturalmente reinveste all’interno della Cerchia dei bastioni. In particolare su questo punto hanno sempre fatto orecchie da mercante. Da Albertini a Sala, passando per la Moratti e Pisapia, la risposta è sempre stata la stessa. Questo significa che non si tratta di un problema politico in senso stretto, ma di una questione amministrativa. E in tale modo bisogna risolverla. Come?

L’unica proposta concreta che è stata avanzata in questi anni – forse l’unica percorribile nonostante non sia di facile realizzazione – porta la firma di Pietro Modiano, ex presidente di Sea. Prima di tornare a occuparsi di finanza, propose di spostare l’aeroporto di Malpensa dalla provincia di Varese alla Città metropolitana di Milano. A livello pratico, si tratterebbe di una questione di pochi chilometri, visto che la parte meridionale del sedime è sul territorio di Lonate Pozzolo, Comune che confina con Vanzaghello, Castano Primo e Nosate, estremità nord della vasta area del Milanese. 

La proposta di Modiano non soltanto cadde nel vuoto, ma dal Cuv si levò una levata di scudi bipartisan. L’unica amministrazione comunale che si dichiarò favorevole a passare sotto Milano fu la giunta Prati di Cardano al Campo undici anni fa, la sola voce fuori dal coro nel dibattito allora incessante sulla riorganizzazione delle Province che prevedeva l’unificazione di Varese con Como

Se il territorio di Malpensa rientrasse nella Città metropolitana, sarebbe molto più facile superare tanti intoppi burocratici e discrasie, ma sopratutto sarebbe molto più difficile per Palazzo Marino nascondersi quando gli conviene. Banalmente, ieri l’incontro sull’emergenza clochard in aeroporto si sarebbe tenuto in prefettura a Milano e non a Varese. 

Ecco perché, per far sì che Milano si occupi di Malpensa anche nella risoluzione dei problemi, l’unico modo è obbligarla. Ma al di là della proposta – snobbata forse con troppa fretta – di uno scafato banchiere prestato per alcuni all’aviazione, non ne sono mai pervenute altre. E se aspettiamo che Milano intervenga quantomeno per responsabilità morale, chissà quanti altri sindaci dovremo veder passare.

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