Mascherine a “metro zero” made in Busto: la filiera in un complesso artigianale

BUSTO ARSIZIO – Una filiera per la produzione delle mascherine tutta in un complesso artigianale di Busto. È la rete di imprese ancor più che a “kilometro zero”, «a metro zero», che sta dietro ai dispositivi di protezione (non medicali) “made in Busto Arsizio” che sono stati realizzati in un laboratorio tessile di via Sacro Monte, all’interno del complesso artigianale Carva. La mascherina MG è 100% Made in Italy (la materia prima usata è prodotta in Italia) ed è stata già donata in alcuni suoi esemplari alla Croce Rossa, alla Caritas e all’amministrazione comunale di Busto Arsizio.

La riconversione produttiva

L’idea è nata da Mariagrazia Scianna (volto noto in città per aver fondato Bottega Artigiana), che nel suo laboratorio tessile MG in via Sacro Monte ha pensato, come molte piccole imprese del settore, a riconvertirsi per non fermare la produzione in tempo di lockdown. Per trovare tutti i componenti necessari a realizzare una mascherina filtrante efficiente non ha dovuto fare molta strada, anzi. Perché nel complesso Carva di via Sacro Monte, una delle “cittadelle artigianali” create dal cavalier Carlo Monoli sulla zona industriale del Sempione nel quartiere di San Giuseppe mettendo insieme tanti piccoli artigiani sotto un unico grande capannone suddiviso in lotti, ha reperito tutto quel che serviva. Una filiera racchiusa in un unico complesso produttivo. Ma è un po’ la storia di Busto, ex Manchester d’Italia proprio per la pervasività della sua industria tessile.

La filiera sotto un unico tetto

Nella rete ci sono aziende che spaziano dalla produzione del sacchetto per il confezionamento, alla maglia, dalla produzione dei tessuti tecnici alla lavorazione del materiale per il plexiglass, fino alla confezione. «Oltre al buon vicinato già esistente – racconta Mariagrazia Scianna – si sono create sinergie. Anche un momento come questo ha creato una sensibilità incredibile nel voler collaborare, anche al di là delle mie aspettative iniziali». Così una collaborazione «nata in un momento di bisogno» per tutti, può trasformarsi in «un’opportunità per il futuro». Le mascherine “made in Busto Arsizio” sono in vendita in alcune farmacie attraverso i canali specializzati, mentre vari lotti sono stati ordinati da alcune aziende per consegnarle ai propri dipendenti. Anche se i primi esemplari della produzione finale sono stati donati al comitato della Croce Rossa e all’amministrazione, oltre che alla Caritas, per le esigenze dei volontari.

Il prodotto

Si tratta di una mascherina filtrante antigoccia riutilizzabile a 2 strati, di cui quello esterno in tessuto non tessuto (polipropilene) e quello interno in cotone con trattamento idrorepellente ad alta efficienza filtrante, tenuti insieme da una doppia cucitura in grado di garantire maggior resistenza e comfort, e con elastici regolabili per renderla di taglia unica. I componenti principali sono certificati Oeko-Tex, lo standard di qualità delle materie prime tessili le cui analisi vengono svolte dal Centro tessile cotoniero di Busto Arsizio.

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