Non c’è futuro senza educazione. Anche a distanza

giacomo cavalli futuro educazione

Il virus Covid-19 prosegue la sua corsa, e con lui le risposte dei Paesi si sono fatte più stringenti e simili nella loro gravità. C’è un dato, riportato da Unesco, che tuttavia fa riflettere: in questo momento ci sono 1.578.657.884 di studenti che, a causa delle misure, sono costretti a casa da scuola. Misura giustissima, presa (a differenti scaglioni) in maniera totale da ben 190 Stati, a cui si aggiungono 5 con chiusure parziali a seconda delle zone di diffusione locale.
Seppur inevitabile e corretta, questa chiusura sembrerebbe creare ulteriori ostacoli al raggiungimento del Goal 4 degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs): “Assicurare un’istruzione di qualità, equa ed inclusiva, e promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti”. Invece sono certo che non sarà così. Sarà il caso di utilizzare, passando da sperimentazione a utilizzo più massiccio, sistemi di apprendimento a distanza, in cui la tecnologia gioca un ruolo centrale. Sarà il caso, mi auguro, di aumentare la solidarietà verso i Paesi meno dotati di tali tecnologie, condividendole velocemente dove possibile. Sarà il caso, sicuramente, di aumentare sforzi e ricerca per migliorare tale pratica, cosa di cui siamo ampiamente capaci se dotati dei mezzi finanziari adeguati. Le istituzioni nazionali, in particolar modo, ed internazionali, per loro competenze, al termine di questa emergenza, che segnerà l’inizio di una nuova era, tireranno le somme, a livello di cultura e istruzione, su quanto successo in questi mesi. Il ruolo ricoperto dallo Stato nel garantire l’istruzione e l’educazione di qualità affinché esse divengano sempre più accessibili per qualsiasi individuo, a prescindere dalle condizioni in cui si trova, è di primaria importanza. Gli strumenti, appunto, ci sono e possono essere migliorati e maggiormente diffusi.

D’altronde, la cultura e l’educazione ricoprono un ruolo centrale nel progresso equo e sostenibile della nostra società contemporanea. Difatti, il Goal 4 è centrale ed interconnesso con tutti i restanti 16 SDGs. Un adeguato livello di istruzione si associa, di norma, a un minore livello di povertà, maggiore attenzione nell’alimentazione, allo spreco del cibo e al suo corretto consumo, ad una più elevata speranza di vita, ad un marcato sviluppo economico, maggiore sensibilità sulle diseguaglianze, parità di genere più affermata, cura della biodiversità e dell’ambiente circostante, e così via. Il raggiungimento del Goal 4 costituisce sicuramente precondizione necessaria (ma non sufficiente a sé stante) per il conseguimento dei Goal fissati dalle Nazioni Unite nel 2015. I paesi firmatari dell’Agenda 2030 si sono impegnati, nello specifico di tale contesto, ad assicurare entro il 2030 un’istruzione di qualità, equa e inclusiva, a tutte le giovani generazioni, e a promuovere lungo tutta la vita opportunità di apprendimento.

Nel 2020, a 10 anni da quella scadenza, siamo ancora indietro se contiamo (dati Unesco) che oltre 250 milioni di bambini e giovani non frequentano la scuola (dati 2018) mentre la popolazione adulta illetterata ammonta a circa 770 milioni (dati 2019). I progressi in questi anni non sono stati incoraggianti, chissà che questo momento storico non porti ad una riflessione e maggiore presa di coscienza. Gli appelli in tal senso non sono mai mancati, ora come non mai sono importanti attori come la stessa Unesco a livello internazionale o l’ASviS, l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, a livello italiano, nella loro azione di sensibilizzazione sull’importanza di educazione e cultura in un processo di crescita sostenibile.

Nel giorno in cui, in Italia, si celebra la liberazione dal nazifascismo, non dimentichiamoci di uno dei nemici più insidiosi della nostra società: l’ignoranza. Senza educazione non c’è conoscenza, senza conoscenza non c’è futuro.

Perché, per citare una persona che per avere un’educazione ha messo a rischio la propria vita e che si batte da tempo per i diritti civili e il diritto all’istruzione, Malala Yousafzai, premio Nobel per la pace 2014 “Education is the only solution, Education first!”.

Giacomo Cavalli
(Sustainability Manager di Media Trade Company)

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