Matteo Caronni: “Il 5 maggio? La vittoria della goduria bianconera”

 

Per chi tifa Juventus, il 5 maggio rappresenta una data di grande gioia calcistica. Ne sa qualcosa l’opinionista televisivo bianconero, Matteo Caronni, che ha ricordato quella data con entusiasmo: “Per il tifoso juventino medio quello è stato lo scudetto più godurioso”.

Che ricordi ha di quel 5 maggio?

Ero a casa. Stavo guardando la Juve impegnata a Udine. Sinceramente non ci credevo. Ero sicuro che l’Inter avrebbe vinto lo scudetto. Lazio-Inter era una vittoria già scritta. Sentivo distrattamente gli aggiornamenti da Roma. Peraltro col nuovo vantaggio dell’Inter, di Vieri, ero sempre più convinto che non ci fosse storia. Poi si è messo di mezzo il grande Gresko e lì le cose sono cambiate. Continuavo a ripetermi che non sarebbe successo. Era impossibile, ma poi è successo. Sul gol di Simeone ho esultato come non mai e poi sul 4-2 è stata festa grande. Ero doppiamente contento perché aveva fatto due gol Poborsky che insieme a Nedved a quel tempo era il mio giocatore preferito. Prima Nedved e poi lui. In quegli anni adoravo la Repubblica Ceca: il fatto che lo scudetto ce lo avesse consegnato anche Poborsky mi rese ancora più felice.

Il ricordo più chiaro qual è?

Sicuramente il festeggiamento nello spogliatoio. Avevo 15 anni. Il trenino con Del Piero, Conte e Torricelli. Mi ricordo l’esultanza enorme di Conte. I gavettoni. Fa strano che oggi Conte sia sulla panchina dell’Inter.

È stata la gioia calcistica più grande?

La più grande gioia in assoluto è stato il mondiale del 2006. Il calcio è quella storia lì. Per la Juve, invece, quella del 5 maggio la metto insieme alla finale di Champions del 1996 anche se ero molto piccolo. Mi chiedevo perché si stesse festeggiando più del solito. La Juve in quegli anni vinceva sempre e quindi mi sembrava normale il festeggiamento, ma per quella coppa fu tutta un’altra cosa. Mi ricordo l’ultimo rigore di Jugovic e io e mia madre che ci abbracciamo davanti alla TV.

Baratterebbe il 5 maggio con una finale di Champions tra quelle perse?

Ti fa godere il fatto che un tuo rivale storico si sia suicidato ma, personalmente cerco di esultare di più per le vittorie nostre e non per i suicidi altrui. La baratto con Cardiff o Berlino? Tutta la vita. Anche perché sarei qui a dire che quella sarebbe stata la serata sportiva più bella della mia vita.

Perché l’Inter perse quella gara?

Hanno dato per scontato che la Lazio si scansasse. L’emblema di quella sconfitta secondo me è nella faccia e nella frase di Materazzi. Perché Materazzi dice quella frase? Intendo quando lui dice che a Perugia gli aveva fatto vincere lo scudetto. Perché non gli sembrava verosimile che quel pomeriggio ci fosse davanti un avversario vero e non uno sparring partner. L’immagine di Materazzi è il motivo per cui l’hanno persa.

L’emblema bianconero di quello scudetto?

Sono indeciso. Direi però David Trezeguet. Per i miei ricordi Trezeguet mi dava la sensazione di un giocatore che ogni volta che la toccava era gol. Decisivo anche a Udine.

Quello scudetto cosa rappresenta per i tifosi della Juve?

È lo scudetto della goduria. Quello in cui il tifoso juventino medio ha goduto di più. La bellezza sta nel suicidio del tuo avversario storico. Certamente inarrivabile per importanza quello del 5 maggio. Il secondo per importanza è stato quello vinto da Conte, che ha segnato la nostra rinascita.

Matteo Caronni Juventus-MALPENSA24