Io, Matteo Piccoli, dalla Robur alla Serie A. In un libro il basket e le emozioni

Matteo Piccoli libro basket

VARESE – Ad un certo punto scrivere è diventata una necessità. Il primo momento in pandemia. Da lì è iniziato il viaggio che Matteo “Littles” Piccoli, varesino doc e giocatore della Vanoli Cremona, ha deciso di intraprendere. Il tutto sul filo delle emozioni e dei pensieri. Toccando il basket, certamente, ma soprattutto pigiando i tasti della vita, quelli bianchi e quelli neri. Riflessioni che si possono leggere sul libro “Solo, io. Dalla pandemia alla Serie A” scritto e autoprodotto da Matteo Piccoli, in vendita su Amazon.

Matteo Piccoli, perché scrivere un libro?

Perché ho voluto mettere su carta un lungo viaggio introspettivo. C’è stato un momento in cui ho avvertito la necessità di scrivere le mie emozioni e di buttare fuori quello che avevo dentro. Ho pensato che pubblicare tutto in un libro poteva avere senso.

Quanto c’entra il basket?

Il basket c’entra sempre. E’ la mia vita e la mia professione. Ho incominciato alla Robur et Fides e sono arrivato ai campi della serie A. L’etichetta di sportivo professionista però non mi bastava. Volevo andare oltre. Ecco perché questo non è un libro sul basket.

Il lettore cosa troverà?

Il lettore troverà tante difficoltà. Dovrà avere coraggio e determinazione per capire quello che c’è dietro allo scritto. Penso che possa essere uno stimolo per modificare il pensiero su sé stessi e per mettersi in discussione. Senza aver paura di affrontare gli spazi vuoti.

Quando nasce l’idea di Matteo Piccoli scrittore?

In realtà mi è sempre piaciuto scrivere e mettere giù le emozioni che ho dentro. Ho dovuto imparare da autodidatta. Non è stato semplice.

La pandemia come click per un libro

Sì, il libro è nato durante il lockdown. Ero a Varese, senza una squadra. Mi allenavo con la Pallacanestro Varese, che mi ha accolto in modo straordinario. Le partite erano a porte chiuse. In quel periodo ho conosciuto Luis Scola. E ho pensato a come andare oltre alla pandemia.

Cos’è stata la pandemia?

Un periodo sospeso tra passato e futuro. In quei giorni sono stato travolto da una sorta di inquietudine. Ho capito che avevo più tempo per fare determinate cose, per migliorarmi. In quel preciso momento ho deciso di incominciare a scrivere. E’ stato l’inizio di questo viaggio.

Tutto da solo, senza una casa editrice. Scelta o necessità?

Avevo trovato una casa editrice interessata, ma i tempi e le esigenze non combaciavano. Allora ho deciso di affrontare l’ennesima sfida. Fare tutto da solo, non senza difficoltà e pubblicare il mio libro al termine della stagione sportiva. Mi rendo conto che all’interno c’è qualche imperfezione, ma forse mi rappresenta anche di più.

L’avventura nel basket è iniziata a Varese

Ripenso alla Robur che è casa mia. Ho giocato in serie B, mi ha lanciato in A-2. E la domenica la mia era una presenza fissa sugli spalti per tifare Pallacanestro Varese.

Quest’anno per la prima volta a Masnago. Da avversario

E’ stata un’emozione incredibile. Da tifoso vedevo le cose dall’alto, ammiravo campioni straordinari. Poi è toccato a me scendere nell’arena. L’avvicinamento e il post partita sono stati stranissimi, mentre durante il match sono riuscito a estraniarmi. Sono fortunato a vivere questi momenti.

Tanti anni in A-2, poi la serie A

Per chi non ha il talento o il fisico di Nico Mannion le cose arrivano più tardi o non arrivano mai. Io ho sempre lavorato cercando di applicare il mio motto “prima l’uomo, poi il giocatore”. Arrivare in serie A non era il mio obiettivo principale, non quanto provare a trasmettere i miei valori attraverso la pallacanestro. Per farlo ho dovuto lavorare in maniera durissima, allenamento dopo allenamento, con le mie caratteristiche: leadership, collante dello spogliatoio, difensore, passatore. Caratteristiche che non rubano l’occhio e che non vanno sulle statistiche. Però molto importanti all’interno di una squadra.

Qual è il segreto per farcela?

Per chi, come me, ha meno talento di altri il segreto è sbagliare il meno possibile quando sei in campo. Lavorare ogni giorno. Farsi trovare pronto davanti alle opportunità. Arrivare un’ora primo agli allenamenti. Ogni situazione è preziosa per migliorare e per avere l’atteggiamento giusto, anche quando giochi pochi minuti. Mai un mezzo cedimento di mentalità. Mai.

Sarà un’estate impegnata tra presentazione del libro e solidarietà

Il libro l’ho presentato il 16 maggio a San Severo e il 23 lo presenterò a Cremona. Quando a Varese? Sto aspettando l’occasione giusta per farlo. Poi sarò attivo con l’associazione To Be di cui sono socio, che organizza camp estivi di pallacanestro. Il 13 e il 14 luglio faremo un torneo di 1-contro-1 ai campetti del Campus, mentre il 21 giugno disputeremo a Caorle una partita di beneficenza con alcuni giocatori (ci sarà anche Davide Moretti). Il ricavato servirà per costruire un campo da basket in Mozambico.

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