MAURIZIO PISTOCCHI: “Campionato irregolare e istituzioni del calcio inadeguate”

Juve-Inter rinviata insieme a metà delle gare in programma nel week end della SerieA. Le polemiche, e non poteva essere altrimenti, impazzano. La domanda fisiologica che ci si deve porre è se questo sia effettivamente un campionato regolare. Lo è oppure no? E’ normale far giocare alcune squadre con il pubblico, altre senza, rinviare altre partite incastrandole in un calendario già fittissimo di impegni con conseguente sovraccarico per alcune di esse anche impegnate in Europa? Maurizio Pistocchi popolare giornalista delle Reti Mediaset, da sempre attento osservatore del campionato, non ha dubbi: “Ci sono tutti gli elementi – ha spiegato il giornalista – per dire che questo è un campionato totalmente irregolare. L’unica strada possibile, percorribile a mio modo di vedere era quella delle partite a porte chiuse, da subito, non c’erano altre alternative, anche perchè il rinvio delle partite comporta un sovraccarico del calendario non sopportabile. Che senso ha giocare a Roma dove pure sono stati registrati casi di Coronavirus e poi rinviare le altre? Mercoledì c’è il ritorno di Coppa tra Juventus e Milan che sembra si giochi regolarmente (saranno presenti solo i tifosi residenti in Piemonte) ed è un’altra cosa che non sta in piedi: ci rendiamo conto dell’assurdità della situazione? Non è possibile che si giochi regolarmente a porte aperte nello stesso stadio nel quale tre giorni prima hai rinviato una partita”.

Porte chiuse per tutti

Pistocchi ha ribadito l’unica ricetta in grado di salvare la faccia a un campionato con l’immagine deturpata: “Per evitare problematiche e per garantire la regolarità dello svolgimento del torneo – insiste il giornalista – con regole certe e uguali per tutti, l’unica strategia è quella delle porte chiuse da subito, già da settimana scorsa. C’è un’emergenza sanitaria per la quale si deve cercare di evitare che il contagio si propaghi e nel contempo c’è l’esigenza che il campionato non si fermi e sia regolare. L’unica strada è quella delle porte chiuse per tutti”. “Non mi sento di dire chi ne esca penalizzato chi non ne esca penalizzato da questa faccenda: sono discorsi che andranno verificati più avanti. E’ una situazione surreale: penso alle persone che vivono all’estero e che vedendo che non si gioca il campionato, conoscendo le abitudini degli italiani, immagineranno che la situazione sia più grave di quello che è. Pensate a uno che sta guardando la partita della Lazio e vede lo stadio pieno, poi legge le agenzie in cui si dice che domani le partite non si giocano e magari penserà legittimamente che in Italia siamo un po’ confusi. Ma in Italia come ragionano?”.

“Dovevamo seguire la strada tracciata dall’Uefa: giocare a porte chiuse e poi fare un tavolo con il governo per capire se c’erano le possibilità per poter risarcire il danno economico in qualche modo. Trattandosi di un provvedimento governativo si poteva certamente ragionare su qualche formula. Settimana scorsa quando ho sentito che, dopo aver giocato sabato, avrebbero rinviato le gare della domenica ho pensato che questi fossero pazzi: una cosa del genere non si può fare, si crea uno svolgimento di un campionato non regolare: una decisione di pancia che stiamo pagando caramente, non si può ragionare in questo momento”.

Bocciate le istituzioni del calcio

“Le istituzioni del calcio non sono adeguate a quelle che le sono le esigenze di quella che è la quarta azienda del paese. Troppe liti da cortile. Penso anche ad esempio ad Atalanta-Lazio. Mi spiace dover dire che questo sia ancora un paese da campanili dove ognuno tira acqua al proprio mulino. Dove non c’è nessuno che cerca di tutelare un interesse comune e cioè avere un torneo regolare e nel contempo vedere le nostre squadre potersi battere alla pari con le avversarie in Europa. L’Atalanta meritava di essere tutelata. Adesso sto vedendo Lazio-Bologna e vedo la curva della Lazio piena, quella del Bologna piena e mi chiedo pensando a tutte le gare rinviate: che senso ha tutto questo?”.

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