Maxi-rissa a Gallarate, la Chiesa si interroga sul disagio giovanile

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Giovani "arruolati" via social per la rissa di Gallarate

GALLARATE – L’emergenza educativa. Questo il tema dell’incontro promosso dal Centro Culturale Tommaso Moro di Gallarate, in programma per lunedì 25 gennaio alle 21. Un argomento già affrontato in passato, ma questa volta la causa scatenante è la maxi-rissa che lo scorso 7 gennaio è avvenuta in centro. Una resa dei conti chiamata attraverso chat e social che ha coinvolto oltre cento minorenni. Si tratta di «un fatto di cronaca che nessuno ha poi potuto ridurre solamente a tale», scrivono in una nota i vertici dell’associazione. E che ha lasciato la città «attonita e interdetta». L’appuntamento sarà in modalità online, sulla la piattaforma Zoom (ID: 885-4664-3448) e in live streaming sul canale Youtube del centro culturale.

La voce di chi è a contatto con il disagio giovanile

«Centinaia di giovani che si danno appuntamento con il solo scopo di menar le mani, no, non può essere una notizia da dimenticare il giorno dopo, sostituita da qualcos’altro», specificano. Un caso che ha fatto rumore in città, provocando «analisi e interpretazioni, anche socio-politiche». Ora anche il centro culturale Tommaso Moro vuole approfondire la questione, «senza lanciarci in analisi». Ma «vogliamo ascoltare chi sul tema del cosiddetto “disagio giovanile”, può parlare, perché ne è direttamente a contatto e, soprattutto, può indicarci non “soluzioni” ma “esperienze in atto” che ci interrogano tutti: giovani e adulti, genitori ed educatori».
Fra gli ospiti ci sarà don Pigi Banna, coadiutore della parrocchia di Sant’Alessandro a Cascinetta di Gallarate, docente di Patrologia nel seminario arcivescovile di Venegono e di Introduzione alla teologia all’Università Cattolica di Milano. Con lui anche don Alberto Angaroni, responsabile della pastorale giovanile a Samarate, Lidia Rossetto, docente di matematica all’Isis Facchinetti di Castellanza e Andrea Tempestini, studente universitario di ingegneria.

«Figli di una generazione smarrita e fragile»

I giovani e le loro difficoltà sono il fulcro dell’incontro. E a dare un quadro della situazione degli adolescenti di oggi, soprattutto in tempo di Covid, è un intervento di Federico Pichetto su “il Sussidiario”, citato per intero dagli organizzatori dell’evento: «Il dilagare del Covid-19, e le conseguenti misure di prevenzione adottate, sono stati il detonatore di un malessere più profondo e diffuso che attraversa trasversalmente tutta la generazione Z. Il ricorso alla violenza, le pulsioni ludopatiche legate alle scommesse sportive o alle estenuanti sessioni di gaming, le dipendenze da alcool o da sostanze stupefacenti, il fumo compulsivo, il crescente consumo di cocaina, la gestione pasticciata e tossica delle proprie immagini in rete, la sessualità fuori controllo e la balcanizzazione del tessuto sociale – con i ragazzi sempre più divisi in tribù all’insaputa dei genitori – hanno portato a una situazione che, nella società occidentale, si configura come la vera urgenza del nostro tempo. Si delineano due schieramenti generazionali profondamente diversi, fondati su due linguaggi lontanissimi che non si intercettano più. Chi riesce oggi a parlare ai nostri ragazzi? Chi riesce a confrontarsi col loro cuore? Che parole essi ascoltano per le loro infinite ferite e povertà? Ingabbiati in schemi legati al successo e ai risultati, sostenuti solo da un esasperato sentimentalismo o da un insensato protezionismo parentale, figli di una generazione smarrita e fragile, i giovani degli anni 20 si sono trovati improvvisamente senza interlocutori riconosciuti e affidabili».

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