Mercato di Sesto, ambulanti uniti contro il referendum: «Non siamo stati coinvolti»

SESTO CALENDE – «Siamo profondamente rammaricati per non essere stati minimamente coinvolti nella realizzazione di progetti che ci coinvolgono direttamente e che riguardano il nostro futuro lavorativo». Gli ambulanti di Sesto Calende alzano la voce contro l’amministrazione guidata dal sindaco Giovanni Buzzi, accusata di non aver interpellato i diretti interessati sul referendum che andrà a definire una volta per tutte quale sarà l’area che ospiterà il mercato. Le due opzioni sono: il centro, nella sua tradizionale location, oppure in via Lombardia, che negli ultimi mesi di emergenza Covid è stata sfruttata per una serie di vantaggi, come il maggior spazio per garantire le distanze tra una bancarella e l’altra, oltre al numero dei parcheggi. Ora è il momento di tirare le somme, e gli ambulanti dicono la loro. «Sin dal mese di maggio, dopo la riapertura del mercato nella sede che – al momento – ci fu detta provvisoria, noi rappresentanti ci siamo resi disponibili ad un confronto per la revisione e riqualificazione dell’area mercatale». Ma «nessuna risposta è mai pervenuta da parte dell’amministrazione».

La lettera degli ambulanti

Di seguito la lettera integrale scritta dagli ambulanti del mercato, che punto per punto mettono in chiaro la loro posizione:

Formuliamo la presente in rappresentanza di tutti gli ambulanti del mercato settimanale di Sesto Calende.
Siamo venuti a conoscenza, tramite un articolo pubblicato sul quotidiano “La Prealpina”, dell’imminente referendum che a breve vedrà i cittadini sestesi chiamati a scegliere la location del mercato settimanale.
Nell’articolo si fa cenno a due progetti sviluppati unilateralmente dall’amministrazione comunale, uno che prevede la sistemazione del mercato mantenendolo nella sua posizione storica, in centro paese, e l’altro per confermare la collocazione attuale.

Siamo profondamente rammaricati per non essere stati minimamente coinvolti nella realizzazione di progetti che ci coinvolgono direttamente e che riguardano il nostro futuro lavorativo, nonostante sin dal mese di maggio 2020, dopo la riapertura del mercato nella sede che – al momento – ci fu detta provvisoria, noi rappresentanti ci fossimo resi disponibili ad un confronto per la revisione e riqualificazione dell’area mercatale.
Nessuna risposta è mai pervenuta da parte dell’Amministrazione.
Siamo profondamente convinti che lo sviluppo di un progetto riguardante un’area mercato debba essere condiviso, in primis, con gli operatori che ne fanno parte, pertanto chiediamo che i progetti sviluppati dal Comune ci vengano presentati e trasmessi quanto meno prima dell’inizio del referendum, confermando e ribadendo la nostra totale collaborazione per trovare la soluzione più idonea e che vada incontro alle esigenze di tutti.

Inoltre, nell’articolo sopra citato, ipotizzando il ritorno del mercato in centro, si fa erroneamente riferimento ad un numero di banchi di 120 unità, dato inesatto in quanto – per quel che ci risulta – il numero veritiero di banchi attualmente attivi si aggira a poco più di 90 unità (spunta escluse), in ragione del fatto che nei mesi successivi allo spostamento nell’attuale ubicazione sono state riconsegnata molte licenze, naturale conseguenza dei mancati incassi dovuti alla nuova collocazione, circostanza che ben dovrebbe far riflettere sul futuro del mercato se mantenuto nella posizione attuale.

Crediamo anche noi nella democrazia, siamo consapevoli che un referendum possa essere la massima espressione di essa, ma non predisposto in questo modo! Non si fa nemmeno cenno ad un quorum minimo, con la conseguenza che anche una minima parte della cittadinanza può, con il proprio voto, decidere le sorti di una intera categoria di lavoratori. I cittadini saranno chiamati a scegliere tra due progetti, entrambi realizzati senza ascoltare i diretti interessati e le loro esigenze. Noi operatori, non essendo residenti, non abbiamo nemmeno la forza di “chiamare alle urne” molti cittadini, come invece ha la Vostra Amministrazione che è evidentemente schierata per la conferma dell’attuale ubicazione del mercato.

Nell’operare questa scelta sarebbe doveroso ascoltare anche le voci dei titolari delle attività commerciali site nel centro di Sesto che, in conseguenza dello spostamento del mercato, hanno avuto perdite sia in termini di visibilità ma soprattutto di incassi, oltre ovviamente alla voce di noi operatori direttamente coinvolti.
È palese agli occhi di tutti che da quando il mercato si trova nella nuova posizione si stia lentamente spegnendo, con un numero sempre calante di avventori e, di conseguenza, di operatori, senza poi contare le problematiche evidenti di un’area con servizi igienici carenti e quasi completamente priva di punti di ristoro e di altri servizi essenziali.
Per concludere, siamo con la presente a chiedere che l’opinione di noi operatori venga ascoltata e presa in debita considerazione dall’Amministrazione Comunale e, soprattutto, che le nostre problematiche e richieste vengano illustrate alla cittadinanza tutta in vista del referendum, così da renderlo veramente uno strumento di democrazia.

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