Porta Garibaldi e gli ascensori fuori servizio. La disavventura di un disabile

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MILANO – Milano d’estate: la metropoli efficiente pre-covid e post-lockdown, cioè dopo il confinamento a casa dovuto al coronavirus. La metropoli propagandata: ascensore sociale per chi ha voglia di farsi strada, ma allo stesso tempo grande attenzione agli ultimi e a chi ha problemi. La realtà però così non è. Almeno da una storia brutta fra gli scintillanti grattacieli e i condomini high-tech super costosi del sontuoso quartiere di Porta Nuova, quello del grattacelo Unipol – gioiello della tecnologia e simbolo ostentato di potenza – per intenderci. La vicenda la racconta il quotidiano Il Giorno, da sempre attento alla cronaca di strada, al racconto vero che fa spesso male.

Una sera d’agosto. Dalla Cronaca del giornale: “Gli ascensori fuori servizio e tre rampe di scale per raggiungere il passante ferroviario. È l’ostacolo (insormontabile) che Andrey Chaykin, disabile motorio, ha dovuto affrontare alcune sere fa alla stazione di Porta Garibaldi. Una situazione alla quale si è aggiunta l’impossibilità – denunciata dallo stesso Andrey – di trovare un operatore, tanto che il giovane è stato costretto a chiedere l’aiuto di alcuni passanti per farsi trasportare in carrozzina fino al piano sotterraneo.

La disavventura ha convinto Andrey, che fa parte della community di ‘Disabili Pirata’, ad alzare la voce e segnalare quanto accaduto attraverso un video su Facebook che in pochissimi giorni ha ottenuto quasi sedicimila visualizzazioni. ‘Avevo semplicemente deciso di passare una serata a Milano con la mia ragazza – ha raccontato – siamo arrivati nel pomeriggio e la sera siamo tornati in stazione per rientrare a casa. Non erano neppure le 22.30 e abbiamo trovato quasi tutti gli ascensori di Porta Garibaldi fuori servizio. Con l’unica eccezione di quello situato nella hall principale. Ho provato a interpellare l’addetto ma nessuno ha aperto e solo grazie all’intervento di alcune brave persone siamo riusciti a raggiungere il passante. La considero un’offesa ai disabili che non è accettabile nella Milano del 2020. Tra l’altro i tre ascensori dei binari 14, 15 e 20 sono guasti ormai da tempo. Le segnalazioni si sono ripetute eppure nulla è cambiato”.

Non è finita qui. Correttamente il cronista chiede lumi alle Ferrovie. “Interpellata sulla questione, Rete Ferroviaria Italiana ha però puntualizzato come i viaggi che richiedono assistenza da parte del personale (parliamo di disabili ma anche di anziani, donne incinta o in generale persone con difficoltà motorie) debbano essere ‘prenotati’ con un congruo anticipo – parliamo di 12, 24 ore – attraverso le cosiddette “Sale Blu“, presenti nelle stazioni milanesi e non solo, così da gestire al meglio il viaggio della persona in questione. Per quanto riguarda gli ascensori di Porta Garibaldi, invece, Rfi ha spiegato – scrive ancora ‘Il Giorno’ – che di norma dovrebbero spegnersi solo alle 23.30, confermando, però, che alcuni elevatori sono effettivamente guasti, e si attende l’intervento manutentivo”.

Una spiegazione sconcertante che non ha convinto Andrey: “Nel 2020 un disabile non è libero di muoversi come e quando vuole, ma deve prenotare”. E non ha convinto chi scrive. Il degrado dei piani inferiori di Porta Garibaldi – stazione tra i fiori all’occhiello del trasporto milanese, si va dicendo – va avanti da mesi. Eppure non si è intervenuti in maniera strutturale e soprattutto con umanità, pensando a chi è disabile o in condizione anche temporanea di difficoltà motoria. E’ questa la Milano estiva del post-covid. E c’è davvero da pensare. Chissà forse un giorno ‘favolacce’ del genere potremo non scriverle più. Forse.

Angela Bruno

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