Comi a processo da futura europarlamentare? «Sono innocente. E lo sto provando»

lara comi libera

MILANO – Prima volta in aula da possibile futura eurodeputata per Lara Comi. Il responso delle urne arrivato ieri, domenica 25 settembre, ha infatti riconsegnato Silvio Berlusconi al Senato. E il leader di Forza Italia, che certamente sceglierà la carica “nazionale”, dovrà giocoforza rinunciare al posto che attualmente occupa al parlamento Europeo.

Futuro in Europa?

Comi, che è a processo con l’accusa di truffa ai danni della Ue perché coinvolta nella maxi inchiesta Mensa dei poveri che nel maggio 2019 portò anche all’arresto dell’ex plenipotenziario dei berlusconiani in provincia di Varese Nino Caianiello, è stata all’epoca la prima dei non eletti. Con Berlusconi al Senato il posto a Bruxelles spetterebbe a lei.

Quando il caso Mensa dei poveri esplose, Comi dichiarò di voler rinunciare all’immunità che il ruolo politico avrebbe potuto garantirle al fine di potersi difendere e provare la propria innocenza. Oggi, lunedì 26 settembre, presente in aula nel corso del processo che la vede alla sbarra con un altro centinaio di imputati e che per la quarta volta ha visto proprio Caianiello nelle vesti di super teste, Comi a precisa domanda se, visto l’esito delle politiche e la porta aperta sull’Europa, avesse intenzione di tornare a Bruxelles ha risposto: «Sono innocente, e lo sto provando». Nessun’altra dichiarazione.

Mai avuto soldi da lei

Di certo Comi, con la testimonianza di Caianiello, ha segnato un punto importante. Il Mullah, nel descrivere il sistema di distribuzione di incarichi a professionisti da lui suggeriti con retrocessione della decima, ha dichiarato davanti al collegio di «Non aver mai preso un euro da Comi».

Nessuna domanda

Le dichiarazioni di Caianiello in aula appaiono più sfumate rispetto a quelle rilasciate in sede di interrogatorio davanti ai Pm. Su Comi, come su Sozzani e Filoni «Non avrei mai chiesto soldi da mio figlio». Tanto che la quasi totalità dei difensori ha liquidato con un “nessuna domanda” la possibilità di contro esame. Al termine dell’udienza il pubblico ministero Silvia Bornadi ha cambiato l’ordine dei testi anticipando il 3 ottobre l’esame di Alberto Bilardo, ex referente di Forza Italia a Gallarate a sua volta arrestato nel maggio 2019. Bilardo fu il primo a parlare davanti ai Pm dopo l’arresto.

Le parti civili

Molto più incisive, invece, le parti civili. E in particolare sono stati gli avvocati Riccardo Piga, che rappresenta il Comune di Gallarate, e Paolo Bossi, parte civile per Prealpi Servizi. Piga ha spinto cercando di accertare se vi fossero state pressioni affinché venisse approvata la variante puntuale al Pgt per cambiare la destinazione d’uso sul terreno di via Torino dove avrebbe dovuto sorgere un nuovo Tigros oggetto, secondo l’accusa di una tangente da 50mila euro. Caianiello si è giocato la carta dell’irruenza dell’allora assessore all’Urbanistica Alessandro Petrone ( a sua volta indagato) che «soffriva di ansia da prestazione» nel dimostrare di saper gestire le situazioni sfumando l’eventuale ruolo della dirigente dell’ufficio all’epoca dei fatti a sua volta indagata.

Bossi ha invece fatto emergere il presunto coinvolgimento di Sozzani in quello che, secondo l’accusa, sarebbe stato un gran giro di retrocessioni attorno al progetto (mai portato a termine) di realizzare un impianto di smaltimento fanghi per il depuratore di Sant’Antonino.

milano comi processo europarlamentare – MALPENSA24