VISTO&RIVISTO Una storia originale e toccante sul cinema e sulla famiglia

minchella bruni cosa sarà

di Andrea Minchella

VISTO

COSA SARA’, di Francesco Bruni (Italia 2020, 101 min., Sky Premiere).

Francesco Bruni ci sa fare. Torna al cinema, o meglio, sulla piattaforma” Sky Premiere”, causa ennesima chiusura dei cinema e dei teatri, con un piccolo ma potente racconto sulla malattia, sul cinema italiano, sulla famiglia e sull’amore che polarizza, grazie a Dio, la maggior parte delle azioni e delle vicende che ognuno di noi è costretto, prima o poi, a vivere.

“Cosa Sarà” prende spunto da una vicenda autobiografica del regista e ci catapulta in una storia vera e cruda di una malattia sfacciata e diabolica come è il cancro. Bruni racconta questa delicata fase senza nemmeno per un attimo cadere in facili stili retorici che, spesso, diventano la cifra, unica e sola, usata, nel cinema e in televisione, per descrivere una malattia, e le sue conseguenze, tanto subdola quanto disarmante. Qui, invece, il regista scrive prima e dirige poi una vicenda che è carica di verità e di sincerità. Bruni non vuole fare sconti al suo pubblico che lo conosce da quando, prima di diventare un affermato e capace regista, sceneggiava in maniera sincera e profonda tutti i capolavori di Paolo Virzì.

Dunque assistiamo, grazie alla maestosa capacità di un ritrovato Kim Rossi Stuart, ad un dolore collettivo che investe non solo la famiglia del protagonista, ma che diventa simbolo dello stato di salute di tutto il cinema italiano contemporaneo, in cui Bruni occupa un posto di rilievo. La malattia di Bruno, un regista che fa fatica a realizzare il suo nuovo film, rompe ogni equilibrio, vero o apparente, che tiene in piedi la famiglia e la vita di Bruno. Il protagonista è costretto a riflettere su ciò che è e su ciò che è stato. Deve inevitabilmente analizzare la sua esistenza in relazione alle persone che lo circondano. Assistiamo ad una specie di “psico analisi” corale a cui anche lo spettatore è chiamato a partecipare.

Bruni confeziona un racconto toccante sul tema della compatibilità, sull’amore e sui rapporti che si creano tra le persone. Questo “Cosa Sarà” è uno spaccato penetrante sul concetto di donare e di ricevere, sul tempo che scorre e sul tempo necessario che ognuno di noi cerca di guadagnare per capire e per accettare una nuova realtà che gli viene proposta dalla vita. In fondo questa vicenda ci descrive in maniera lineare e diretta l’ancestrale paura, che tutti noi abbiamo, di essere abbandonati, e di essere, prima o poi, destinati all’oblio. Solo la vita e la resistenza, tenace e romantica, possono alleviare il nostro timore di scomparire, di essere dimenticati.

Un film, questo, sul sangue che qui assume una potenza evocativa enorme e poetica: da veleno mortale si trasforma in linfa vitale, in collante unico e necessario per riequilibrare tutti i pesi dei partecipanti della nostra vita. Il sangue rosso e giallo come i maglioni dei protagonisti che sono vestiti da Bruni con una sorta di “ossessione cromatica” che si dipana per tutta la durata della vicenda.

Bruni, quindi, ci regala, in questo momento tanto difficile quanto oscuro, un racconto sulla speranza e sull’aderenza alla vita che, grazie allo stile semplice e vero, assume un ruolo terapeutico e necessario per un pubblico sensibile ed attento che cerca, nel cinema, spunti e riflessioni che spesso altrove sono difficili da intercettare. Come il pianto di Bruno che scandisce in maniera inequivocabile il ritorno alla vita, così questo racconto ci costringe a riflettere su ciò, prezioso ed unico, che ci tiene attaccati in maniera indissolubile e romantica alla vita.

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RIVISTO

QUESTIONE DI CUORE, di Francesca Archibugi (Italia 2009, 102 min.).

Francesca Archibugi, poetica e sincera, ci regala una preziosa e coinvolgente vicenda di malattia e amicizia. Angelo e Alberto, tanto diversi e distanti, si ritrovano vicini in una stanza di ospedale a causa dei loro cuori malandati.

Alberto, meccanico di auto, un sorprendente Antonio Albanese, e Angelo, uno sceneggiatore di successo, un bravissimo Kim Rossi Stuart, seppur diversi, stringono subito una profonda amicizia che va oltre le differenze sociali e culturali che, altrimenti, li renderebbero distanti e incompatibili. Il rapporto che si poggia su una tragedia comune, invece, è come un palazzo che si poggia su fondamenta resistenti e profonde.

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