Spaccio nei boschi di Mornago: preso anche il capo. Era il custode delle armi

MORNAGO – Spaccio nei boschi tra Mornago, Crosio della Valle e Casale Litta: preso anche il capo dei pusher. I carabinieri della compagnia di Gallarate lo hanno arrestato nella mattinata di oggi, mercoledì 19 gennaio, nel milanese. In manette è finito un marocchino di 37 anni, fratello del giovane definito “il direttore” del gruppo dagli inquirenti, e fermato nel corso del blitz scattato all’alba di lunedì 17 gennaio.

In manette anche il capo

Con l’arresto di oggi sono stati assicurati alla giustizi ai due leader della cellula di spacciatori. E se il più giovane dei fratelli, catturato lunedì scorso, dirigeva le operazioni di spaccio al dettaglio nei boschi della zona senza mai lasciare l’alloggio di Locate Varesino mentre i “cavallini” del gruppo osservavano rigidi turni di “servizio” nei boschi da un mese ciascuno senza possibilità per 4 settimane di lavarsi o cambiarsi vivendo in piccole tende, il 37enne fermato nel milanese era l’uomo che fisicamente approvvigionava gli enormi quantitativi di droga.

Il livello superiore

Il 37enne aveva un ruolo di “livello superiore” comunicando, non è chiaro se per interposta persona (cosa molto probabile) o di persona con i grossisti che riforniva la banda. Il più vecchio del gruppo, oltre ad essere il capo, era anche il custode delle due pistole sequestrate ieri. Armi tenute con cura, regolarmente pulite e pronte ad essere utilizzate sempre. Una delle due pistole, una Beretta, era stata sottratta a un militare della guardia di finanza durante una rapina a Mondragone. Gli inquirenti stanno ora cercando di capire se le armi fossero al servizio della banda (già armata di machete) oppure venissero custodite per qualcun altro.

Come entrano in Italia?

Con il fermo odierno salgono a 8 i giovani arrestati nell’ambito dell’operazione coordinata dal pubblico ministero di Busto Arsizio Francesca Parola. Sono tutti fantasmi. Non hanno documenti, non hanno casa, non hanno precedenti, non hanno alcun tipo di legame con il territorio. Impossibile per ora persino stabilire come siano entrati in Italia: semplicemente non esistono. Stando a quanto ricostruito vengono reclutati dai grossisti della droga appositamente per spacciare. Arrivano in Italia clandestinamente per vendere droga (dall’hashish all’eroina) incassare il più possibile (in due mesi i carabinieri hanno documentato oltre 4.500 cessioni di stupefacente) e tornare poi in Marocco. La vita dura nei boschi, con turni massacranti in condizioni disagevoli e vendite continuate dalle 9.30 alle 22.30 sette giorni su sette, fa sì che ad essere reclutati siano ragazzi giovanissimi. Oggi il Gip di Busto Tiziana Landoni ha iniziato gli interrogatori. Molto probabile che tutti gli arrestati si avvalgano della facoltà di non rispondere.