Morti in corsia, il pg: «Confermate la condanna a 30 anni per Laura Taroni»

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Laura Taroni con l'ex vice primario del pronto soccorso di Saronno Leonardo Cazzaniga

SARONNO – «Confermate la condanna a 30 anni per Laura Taroni». «Una volta liberatasi del marito, l’imputata voleva inserire il suo amante, Leonardo Cazzaniga, nella sua famiglia. Ma sua madre, che viveva con loro, era un ostacolo forte alla loro relazione» e, quindi, doveva essere «eliminata». Per il sostituto pg di Milano Nunzia Ciaravolo, che ha chiesto, oggi mercoledì 26 giugno, la conferma della condanna a 30 anni di carcere, sarebbe questo il movente dell’omicidio di Maria Rita Clerici, di cui è accusata sua figlia, l’infermiera dell’ospedale di Saronno Laura Taroni, nel processo di secondo grado in abbreviato davanti alla Corte d’Assise d’Appello milanese.

A processo con l’accusa di aver assassinato la madre e il marito

La donna è accusata anche dell’omicidio del marito, Massimo Guerra, morto nel 2013 dopo un forte «dimagrimento, dovuto alla somministrazione di farmaci che lo hanno avvelenato». I due omicidi, per l’accusa, sarebbero avvenuti in concorso con l’ex amante e medico Leonardo Cazzaniga, a sua volta imputato per 12 morti in corsia al pronto soccorso di Saronno e per la morte del suocero dell’infermiera, accusa da cui Taroni è stata assolta. Laura Taroni è stata già condannata in abbreviato a 30 anni dal Tribunale di Busto Arsizio, dove è tutt’ora in corso il processo a carico di  Cazzaniga, il vice primario dell’ospedale di Saronno, il quale come noto aveva una relazione con la Taroni: Cazzaniga deve rispondere del decesso di una decina di pazienti trattati col famoso e famigerato “protocollo Cazzaniga”. Nel processo sono anche imputati tre dirigenti dell’ospedale saronnese, che rientra nella gestione dell’Asst della Valle Olona e, all’epoca dei fatti, dell’Azienda ospedaliera di Busto Arsizio. I tre devono rispondere di omessa denuncia e favoreggiamento. A processo anche un medico accusato di falso ideologico.

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