Movimento X Bignami: «Laureata in fisica come la Merkel. Per Busto fatti non selfie»

BUSTO ARSIZIO – «Un sindaco donna, è ora di fare la rivoluzione». Laura Bignami, già senatrice, è la candidata sindaca del Movimento per Busto, lista presentata ieri, 14 settembre, nella sede di via Pavia a Borsano. «Fatti, non selfie» lo slogan espresso da Bignami, indicando la foto che la ritrae in piazza con i senatori («155, non del mio partito»), che hanno sostenuto la sua legge sul riconoscimento dei caregiver. «Io nella mia vita l’ho dimostrato, e ricordo sempre che anche Angela Merkel, come me, è laureata in fisica». La sfida è in primis al sindaco Antonelli: «Anche se perdiamo, nessun rancore, vogliamo essere propositivi – promette la candidata del Movimento – ma essere sindaco vuol dire essere sindaco di tutti, super partes e non “super tronum”». Ai cittadini un appello: «Busto ha bisogno di persone capaci, non esperte».

Laura Bignami, allora senatrice, in piazza per la legge sul caregiver

L’idea di “cambiare sindaco”

Questione di metodo, innanzitutto. Al sindaco che verrà si chiede di «cambiare il modus agendi» di questi cinque anni: «È mancato il confronto a partire da quello con la minoranza, che è stato l’inizio di un processo esclusivo che ha generato distorsioni – sostiene Laura Bignami – come possiamo pretendere educazione e rispetto dai giovani, se poi l’esempio che danno gli adulti sono certi streaming del consiglio comunale?». Ecco perché anche lei lanciò l’hashtag #iocambiosindaco: «Ora arrivo a dire che se il sindaco cambia e diventa democratico, secondo i dettami della Costituzione e del diritto, va bene lo stesso». La chiave, per Movimento per Busto, è passare «da una politica esclusiva ad una politica inclusiva. Il centro esclusivo e le periferie dormitori. I bravi e i cattivi, come i ragazzi a cui non diamo spazi di aggregazione e poi ci stupiamo se si ritrovano in piazza». Il confronto sarebbe utile anche in campagna elettorale: «Confrontiamoci, non per vedere chi parla meglio, ma per paragonare idee e risorse. Non scappare, dove scappi? – si rivolge ad Antonelli – il Vangelo diceva “Ama anche il tuo nemico”. Inclusione si intende di tutti, anche di chi non ti piace».

La famiglia in lista

In lista c’è quasi tutta la sua famiglia. Il marito, Giampaolo Sablich, primo consigliere comunale del Movimento 5 Stelle a Busto nel 2011 e con lei fondatore del Movimento X, è il capolista. Tra i candidati ci sono il figlio Gianantonio, per tutti Gian, 20 anni, ragazzo con la sindrome di Down diplomato al liceo scientifico Tosi, che tra i suoi obiettivi ha lo sport inclusivo ma anche i cani antidroga nelle scuole, e la figlia Sofia, 19 anni, aspirante veterinaria e istruttrice cinofila, che si definisce «vegetariana, femminista, animalista» ed è assidua frequentatrice di «tutte le manifestazioni sul clima e per i diritti LGBTQ+». Dall’esperienza del Movimento per Busto di cinque anni fa torna in pista Paola Caccia, architetto e co-capolista: «Contro il degrado che imperversa in alcune zone del centro, come via Matteotti, per non parlare delle periferie. In via Canton Santo chiediamo da vent’anni di intervenire su uno stabile pericolante, ora lo si potrebbe fare anche in maniera coatta. Poi scopriamo che l’ha messo in programma anche il sindaco…».

Gli altri candidati

In campo anche Carla Pusceddu, ingegnere, candidata anche a Fagnano Olona e impegnata «per un nuovo trasporto pubblico scolastico al servizio di Busto e hinterland», e Gabriella Maganza, scrittrice (seconda tra gli inediti al premio Argentario 2019) attenta a «fermare lo scempio del verde». E ancora, Roberto Loner, studente dell’Insubria alla prima esperienza politica, e Thierry Dieng, mediatore culturale franco-senegalese, candidato anche con Noi Civici per Varese nel capoluogo e impegnato per «favorire la partecipazione degli stranieri alla vita politica, anche perché hanno uno spirito di comunità che qui si sta perdendo». Viene dal comitato No Accam Alessandro Colombo: «Chiamiamolo con il suo nome, inceneritore, e chiudiamolo subito. Basta porcherie».

La sfida del Movimento

Movimento per Busto, già in pista cinque anni fa con la candidatura di Andrea Brasca, è stata l’ultima formazione politica a scendere in campo in pieno agosto dopo che l’ipotesi di alleanza con il centrosinistra è sfumata. Acqua passata, ormai: «Una coalizione che a noi sarebbe piaciuta, ma poi non siamo riusciti a farne parte» glissa elegantemente il capolista Giampaolo Sablich. «No all’ospedale unico, chiusura dell’inceneritore e stop alla “vocazione rifiuti” di Borsano e metodi di partecipazione dei cittadini “stile parco della Genesi”» erano le priorità «acquisite da tutti» su cui costruire un ampio schieramento che non si è realizzato. «Ci teniamo a dare un’alternativa credibile alla discussione politica – aggiunge Carla Pusceddu – il lavoro per il programma era già stato fatto e sarebbe stato messo a disposizione di chi ci teneva a realizzarlo, per questo abbiamo voluto esserci».

Il programma

«Noi ci siamo, abbiamo molte idee e proposte» fa sapere Sablich. «E molte ce le stanno copiando in itinere» punzecchia Bignami. «D’altra parte hanno già aumentato le tasse al massimo, e non era una promessa elettorale». Sette i punti su cui si basa il programma di Movimento per Busto: partecipazione dei cittadini, sostenibilità ambientale e tutela della salute, ambiente, protezione e reti sociali, mobilità sostenibile, economia e infrastrutture, futuro. «La voglia di partecipazione in questa città, e già non ce n’è molta, viene troncata dall’amministrazione» contesta il capolista, che propone di utilizzare «piattaforme online per il coinvolgimento dei cittadini dal basso» come “Decidim” e «la revisione di tutti i regolamenti», a partire da quello per la raccolta delle firme. «Continuiamo a dire che Busto è una città modello per un milione di cose, ma bisogna andare in un’altra direzione se vogliamo che sia davvero una città europea. A partire da green, rigenerazione urbana e partecipazione dei cittadini».

Bignami corre in solitaria con Movimento per Busto: è il sesto candidato sindaco

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