Ponte di via Milano, a Orago peggio non si poteva fare. Opera orribile

I Sindaci di Jerago si sono vantati in modo imbarazzante di non voler avere nulla a che fare con chi ha contestato l’esecuzione sommaria di platani secolari e hanno incomprensibilmente lodato la bellezza e solidità dello scempio del collegamento di vai Milano. Opera orribile dal punto di vista estetico e dispendiosa dal punto di vista economico e di sostenibilità ambientale. Peggio non si poteva proprio fare, un marciapiede ci è costato 400 mila euro e un filare di 33 platani ad alto fusto di impagabile bellezza. Il rammarico è che non possiamo porvi rimedio: potremmo ripiantumare i 33 platani ma per averli così belli e forti dovremmo aspettare 100 anni e quindi noi cittadini di oggi  e i nostri figli non faremmo in tempo a vederli, lo sperpero di risorse  economiche in un momento così delicato per la nostra società è quanto mai ingiusto e irresponsabile.

Ma se è vero che quando si tocca il fondo rimane solo la risalita noi chiediamo a questa Amministrazione di cambiare passo di rivedere il suo programma in termini di sostenibilità ambientale.

Il mondo a seguito dei cambiamenti climatici e della pandemia ci impone di riconsiderare il nostro rapporto con l’ambiente. Non è più possibile anteporre i nostri interessi ( politici, economici, finta attenzione alla sicurezza) alla salvaguardia e al rispetto dell’ambiente. Tante sono le voci in ambito sia religioso che laico che si alzano e ci sollecitano ad un cambiamento rispetto al male che provochiamo alla terra a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso di risorse.

La presa di coscienza e l’impegno è sollecitato ad ogni livello : individuale nelle scelte che quotidianamente facciamo , a livello locale nelle scelte che riguardano le comunità locali e internazionale nella collocazione delle risorse e degli obbiettivi fissati dai protocolli intergovernativi.

Sono di questi giorni gli  impegni europei per la riduzione al 55% della CO2 e ossido di azoto prodotta a seguito dell’utilizzo dei combustibili fossili che stanno al centro del sistema energetico mondiali causa dei cambiamenti climatici. Il  clima è un bene comune ed è un sistema complesso di fattori che più di altri manifesta la sua sofferenza.  Esiste un consenso scientifico molto consistente che indica che siamo in presenza di un preoccupante fenomeno che causa innalzamento del livello dei mari ed eventi metereologici estremi.

Insieme alla riduzione della produzione di CO2 sarà necessario provvedere ad una rigenerazione del patrimonio vegetale capaci di fissare la CO2 attraverso la fotosintesi e nel contempo garantire la biodiversità. Si è portati a pensare che solo interventi internazionali potranno invertire la rotta, ma si è dimostrato che piccoli interventi diffusi potranno portare ad un vero cambiamento.

La legge 10/2013 intitolata NORME PER LO SVILUPPO DEGLI SPAZI VERDI URBANI  vuole  promuovere un processo di definizione e orientamento delle politiche locali di sviluppo del verde. Fra le misure essenziali per avere città e paesi più verdi e quindi più sani, più attrattivi meglio tenuti e con minor spesa( in una parola più vivibili) la legge indica: il censimento del verde, il sistema informativo territoriale , il regolamento dl verde e il bilancio arboreo da far confluire in una visione d’insieme nella cornice di una corretta progettazione del verde pubblico, in un’ottica orientata alla sostenibilità ambientale ed economica. Cruciale si  rivela altresì il tema della formazione degli operatori ( affinché non siano dei semplici taglialegna), attenzione alla comunicazione nonché il coinvolgimento della cittadinanza nella gestione e valorizzazione partecipata di questo importante bene comune e una risorsa multifunzionale per il territorio. Se adeguatamente pianificato, progettato e gestito il verde può svolgere molte funzioni e portare importanti benefici per l’ambiente e quindi per la società. Gli effetti benefici vanno da un miglioramento del clima locale, della qualità dell’aria, attenuazione del rumore , stabilità del suolo, climatizzazione naturale Gli spazi verdi urbani ospitano inoltre una flora ricca e varia e possono offrire habitat idonei per numerose specie animali concorrendo alla conservazione della biodiversità. Non da meno sono gli aspetti socio-economici: un territorio “verde” è in grado di rispondere a fabbisogni di ricreazione , di relazione sociale, di crescita culturale e di salute di giovani e adulti.

Chiediamo quindi all’Amministrazione Comunale di rendere pubblici i piani e i programmi attualmente previsti per la riorganizzazione del verde pubblico. In particolare con riguardo alla salvaguardia del patrimonio verde esistente e alla sua manutenzione chiediamo di conoscere in dettaglio le intenzione della Giunta e del Sindaco per le sorti di viale Rejna  .

Proponiamo a questi fini che l’Amministrazione apra un tavolo di confronto sul tema che sia aperto alle minoranze, ai cittadini e ai comitati costituiti in difesa del nostro verde pubblico.

Chiediamo infine che sia messo in programma l’aggiornamento degli  strumenti urbanistici affinché essi prevedano misure efficaci contro  lo spreco  di suolo e per il recupero delle aree dismesse.

Ripartire  dopo la pandemia da Covid significa riconoscere che solo la centralità dei territori, del lavoro e della partecipazione possono dare risposte per un cambiamento che non  riproponga la normalità di prima ingiusta e non sostenibile.

Tiziana Battisti – Portavoce Comitato 33 Platani
Matilde Ceron – Consigliere Comunale JeragOrago di tutti

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